Ddl lavoro: apprendistato vale
come ultimo anno a scuola

Ok della Camera ai regolamenti, tra 10 giorni in Consiglio dei Ministri

  dall'ANSA, 20 gennaio 2010, 23:38

ROMA - Il riordino delle scuole superiori ha compiuto un altro passo verso il traguardo, ma da bordo strada non si passano solo borracce. Anzi. Il fronte critico sulla riforma targata Gelmini ha ripreso vigore. L'Ok della Camera ai regolamenti che ridisegnano il secondo ciclo di istruzione, infatti, è stato accompagnato da un'altra approvazione che ha fatto alzare le barricate all'opposizione: il via libera a un emendamento al ddl lavoro che consente di assolvere l'ultimo anno di obbligo scolastico anche in percorsi di apprendistato.

Una previsione che abbinata alla scomparsa del biennio unitario alle superiori, infligge una poderosa spallata - fa notare il centrosinistra - all'obbligo di stare in classe fino a 16 anni. Qualche garanzia in più, rispetto alle richieste avanzate dai sindacati del settore, i provvedimenti partiti da viale Trastevere, alla fine l'hanno concessa: la contestualità per tutte le "filiere" del sistema e dunque per licei, istituti tecnici e istituti professionali; l'avvio limitato il prossimo anno scolastico alle sole prime classi; la certezza, per le classi successive, di poter proseguire come si è cominciato.

Ma non basta. Serve ora "una riduzione e rimodulazione dei previsti interventi sugli organici", dice il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima che rivendica anche una piena copertura del turn over, "attraverso un consistente piano di assunzioni a tempo indeterminato, che assicuri all'intero sistema un quadro certo e stabile di risorse professionali". E non si è certo placata la polemica sulla revisione di orari e materie. Nei nuovi curricoli dei licei e degli istituti tecnici e professionali la geografia "scompare del tutto o è fortemente penalizzata" ha denunciato anche oggi l'associazione italiana insegnanti di geografia lanciando un appello per "difendere" la negletta disciplina. Resta in piedi, intanto, l'iniziativa della Gilda per chiedere lo slittamento di un anno dell'avvio della riforma (assemblee in tutte le scuole superiori il 29 gennaio) e i Cobas hanno proclamato uno sciopero generale della scuola per il 12 marzo. Sciopero - spiega il leader Piero Bernocchi - "per chiedere il ritiro della riforma, contro i tagli, la legge Brunetta e la proposta di legge Aprea, perché l'obbligo scolastico venga piuttosto innalzato e non certo abbassato a 15 anni, contro il decreto ammazza precari, per l'assunzione dei precari su tutti i posti vacanti, per significativi investimenti".

Ma la maggioranza fa quadrato attorno al ministro Gelmini. "L'insegnamento delle lingue straniere, la riduzione del numero degli istituti tecnici, finalizzati a un maggior raccordo con l'impresa, la definizione di un ruolo per l'istruzione professionale, strettamente ancorato al territorio e infine il riordino dei licei sulla base di peculiarità e obiettivi comuni costituiscono - afferma Fabio Garagnani, componente della commissione Cultura della Camera - elementi significativi di una riforma profondamente sentita dall'opinione pubblica e dalla popolazione studentesca". E la presidente della stessa commissione, Valentina Aprea, non esista a parlare di "svolta epocale".

Tra una decina di giorni il ministro Gelmini riporterà i regolamenti con le modifiche incamerate per strada al consiglio dei ministri per il placet definitivo. E con esso partirà il restyling delle superiori: una stretta sugli indirizzi nei licei che diventano 6: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane (questi ultimi new entry); nei tecnici due ambiti di studio (economico e tecnologico) suddivisi in 11 indirizzi con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori; nei professionali saranno snellite le opzioni di studio e rafforzate le materie di indirizzo. Quanto alle lingue, nei licei (anche al classico) inglese si studierà per tutti e cinque gli anni mentre allo scientifico sparisce il latino nell'indirizzo tecnologico.