Scuola, arriva la stretta sulle assenze

STUDENTI. L'anno sarà valido se l'alunno avrà frequentato
almeno tre quarti delle ore. Licei, taglio agli indirizzi: sono 5
Riforma al via da settembre I presidi:
così si ridurranno anche le occupazioni Cacciari: misure d'immagine

 da Il Giornale di Vicenza del 7.1.2010

ROMA
Giro di vite in arrivo nella scuola. Da settembre 2010 - dopo la decisione analoga scattata nel 2004 per le scuole medie - anche alle superiori, se saranno troppe, le assenze potranno portare alla bocciatura. Il regolamento sulla valutazione - varato nei mesi scorsi - nelle disposizioni finali prevede infatti una norma deterrente per i furbi delle assenze. «A decorrere dall'anno scolastico di entrata in vigore della riforma della scuola secondaria di secondo grado», si legge, «ai fini della validità dell'anno scolastico, compreso quello relativo all'ultimo anno di corso, per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale». Insomma, sarà tollerata al massimo un'assenza ogni quattro giorni. Ma non basta. Anche le occupazioni, che spezzano il corso delle lezioni, potrebbero essere computate ai fini della promozione. Con la nuova regola, ad esempio, un alunno di quarta ginnasio che, con la riforma, avrà un orario complessivo di 891 ore, dovrà essere in classe per almeno 668 ore o il suo anno scolastico non sarà considerato valido. Solo casi eccezionali e certificati - come una lunga assenza per malattia - potranno essere ammessi.

Soddisfatti i dirigenti scolastici. «Era da anni che attendevamo questa norma», dice Mario Rusconi, vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi e dirigente del liceo scientifico Newton a Roma. «Con questa novità anche con le occupazioni gli studenti dovranno andarci piano». La riforma che sarà varata dal Consiglio dei ministri ridurrà gli indirizzi nei licei (5 in tutto: classico, scientifico, musicale-coreutico, linguistico, delle scienze umane).

Per Massimo Cacciari, bocciare con il 5 in condotta e quantificare il numero delle assenze sono solo «misure d'immagine, tipiche di questo governo».