Legnano. Stipendi in base al rendimento,
prove tecniche di meritocrazia

 Giulia Boffa, Orizzonte scuola 8.1.2010

La preside dell'IPSIA Bernocchi, Rosamaria Codazzi, ha anticipato il decreto Brunetta sulle retribuzioni per merito legato al compenso, di cui però ancora si attendono i regolamenti. Infatti, ha diviso bidelli e segretarie in tre fasce di impegno dimostrato nel lavoro, e in base a quelle distribuirà i fondi di istituto: i lavoratori meno disponibili si accontenteranno di un terzo della cifra destinata ai più attivi. La preside - in accordo con il personale - ha deciso di premiare chi, lavorando sodo, porta un maggiore contributo al funzionamento della scuola.

Le tre fasce sono già state stabilite, e i lavoratori sono stati divisi nelle categorie. Il criterio con cui è stato ripartito il fondo, una riserva di alcune decine di migliaia di euro che ogni scuola decide autonomamente come spendere, è quello del "rendimento storico". In pratica la preside, aiutata dalla sua vice e dal direttore amministrativo della scuola, ha suddiviso i lavoratori in base all'impegno riscontrato negli scorsi anni.

I nuovi arrivati, in carica da settembre, sono stati iscritti d'ufficio in seconda fascia (la più affollata). La preside ha precisato che nel giudizio pesa tutto, dal numero di assenze agli incarichi svolti, premiando i più volenterosi. La proposta della preside è stata accettata all'unanimità dai lavoratori in assemblea nel novembre scorso e poi sottoscritta, prima di Natale, dai rappresentanti sindacali. Hanno accettato anche quei dipendenti che immaginavano di finire in ultima fascia, forse sperando in una futura risalita.

Il 13 gennaio l'accordo sarà illustrato a insegnanti, genitori e studenti in consiglio d'istituto. Ma l'iniziativa non piace alla Cgil, che al Bernocchi non ha rappresentanti: «Il decreto Brunetta sulla contrattazione integrativa non è ancora in vigore - dice Pippo Frisone, della Flc-Cgil milanese - l'accordo da un punto di vista legale è nullo». Ma la preside già rilancia: «Da tempo sondiamo il grado di soddisfazione di ragazzi e famiglie sull'offerta della scuola - dice - mi piacerebbe che anche i risultati dei questionari contribuiscano a determinare l'assegnazione dei fondi fra i lavoratori, docenti compresi».