Riforma superiori, la Gilda non si rassegna: di A.G. La Tecnica della Scuola, 5.1.2010 Il sindacato, preoccupato per le ripercussioni sui docenti, chiede loro di sottoscrivere i timori e farli pervenire al Capo del Governo: l’attuazione dei nuovi regolamenti è stata "condotta celermente e a marce forzate" e "non ci sono le condizioni per cominciare dal 2010/11". Ma l'approvazione potrebbe arrivare prima del postino. Il coordinatore della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, è stato di parola: poche settimane fa, ad inizio dicembre, aveva promesso che il suo sindacato avrebbe presto intrapreso un’importante iniziativa contro l’avvio immediato della riforma del secondo ciclo. E così è stato. Almeno 100 mila cartoline prestampate, stanno infatti per essere distribuite, in occasione del ritorno dalle vacanze di Natale, ai docenti degli istituti superiori di tutta Italia per invitarli a sottoscriverle e ad inviarle al più presto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per dirgli chiaramente che "non ci sono le condizioni per cominciare dal 2010-2011 questa riforma". Sulle cartoline si legge che "la riforma dell’istruzione superiore, condotta celermente e a marce forzate, dovrebbe essere applicata dall’anno prossimo, ma troppi sono ancora i nodi da sciogliere e troppo stretti sono i tempi perché le famiglie e i docenti possano avere la giusta cognizione delle novità che riguardano scelte fondamentali per i giovani. Ancora incerti sono: i nuovi indirizzi; le nuove classi di concorso; il futuro dei docenti soprannumerari (tanti!); i curriculi". Secondo il sindacato non basta, come ha deciso il Miur, prorogare la scadenza per le iscrizioni: anche con uno slittamento di due mesi ritieni che mancherebbe comunque "il tempo per la formazione dei docenti che dovranno applicare la nuova riforma". La Gilda ritiene anche che le conseguenze negative derivanti da un’attuazione repentina della riforma del secondo ciclo sia già dimostrate da quelle adottate per i cicli scolastici inferiori, primaria e secondaria di primo grado, "già tutte applicate, con risultati per ora più evidenti sul bilancio dello Stato che in ambito formativo, se si considerano i tagli di risorse materiali e umane e di posti di lavoro" con "innumerevoli docenti precari che, dopo decenni, si ritrovano senza impiego".
Le cartoline si
concludono con un appello al Premier, a cui si chiede "di prevedere
una pausa nell’applicazione delle riforme e di rimandare di un anno
l’avvio della riforma dell’istruzione superiore: un tempo più
disteso permetterà scelte più responsabili per tutti ed un beneficio
per il futuro del nostro paese, che Le sta sicuramente a cuore". |