ZAIA (Lega): libri e zappa. Pasquale Almirante, AetnaNet 31.1.2010
Brunetta vuole una legge per mandare i figli da casa appena superano
i 18 anni; un deputato Pdl chiede di non leggere la versione
integrale del Diario di Ann Frank perché turba le bambine; la
ministra minaccia di sanzioni la preside che per vari motivi, che
non spetta a me giudicare, si astiene dal minuto di silenzio per i
soldati morti in Afganistan; altri parlamentari, sempre Pdl,
chiedono, e sempre per legge, di tirare diritto sulle legittime
aspettative dei ragazzi di altre religioni; altri ancora dello
stesso schieramento di partito chiedono normative e verifiche sui
libri che i docenti adottano in omaggio alla libertà di
insegnamento; viene imposto il tetto del 30% di presenza in classe
dei bambini extracomunitari, saltando l’autonomia delle scuola; e
cos’altro ancora? Sembra proprio che quel famoso liberalismo e
quell’antistatalismo che è stato il cavallo di battaglia del centro
destra si stia sperdendo tra le brume del Po, tra una ampolla e
l’altra. E sembra pure che il dibattito democratico e libero sulle
grandi questioni della scuola sia stato versato sulle acque del
fiume nordista che fra l’altro pare stia diventando sempre più
limaccioso, inquinato e percorso da pesci non autoctoni. Ora si ci
mette il ministro Zaia che sarà competente di cose agricole ma di
scuola temo un po’ meno. “Propongo pertanto che nel pacchetto dei
crediti formativi, già nelle Superiori, ci sia anche
l'obbligatorietà di svolgere qualche attività manuale'', dice a Rete
veneta, e poi aggiunge, “'Incontro studenti da 110 e lode che non
hanno mai lavorato e che all'età di 25, 26, perfino 30 anni, vengono
accompagnati dalla mamma alla ricerca di un lavoro. So che il
parlamentare Cazzola del Pdl ha proposto uno stage in azienda per
chi, all'ultimo anno delle superiori, desidera farlo. Sono
perfettamente d'accordo con lui. Bisogna recuperare la figura dello
studente lavoratore.” Ha dimenticato di dire che la Stato garantisce
la fornitura della zappa o della falce, se decide per la campagna,
mentre la pinza o il martello se decide per l’industria. Ma ha pure
dimenticato di ricordare che queste teorie erano propugnati dalla
Cina in tempi di rivoluzione culturale, quando il pensiero del
presidente Mao Tse-tung furoreggiava. In Cina infatti, all’epoca,
gli studenti erano costretti ai campi di lavoro, un po’ come
vorrebbe fare il ministro Zaia che con ogni probabilità vede nel suo
leader, Bossi, una nuova fonte di ispirazione politica e filosofica
per pubblicare, non certo il libretto rosso, ma un nuovo libretto
verde coi suoi pensieri. |