La supplente e il sesso con gli studenti:
«Innocente»

  da Il Secolo XIX, 30.1.2010

La Corte dei Conti “scagiona” la supplente della scuola media di Nova Milanese che qualche anno fa fu protagonista di un caso clamoroso e fu condannata per violenza sessuale nei confronti di alcuni suoi studenti di terza media.

Secondo la magistratura contabile, la donna, alla quale la scuola fece causa chiedendo quattromila euro per danno d’immagine, in realtà non deve proprio nulla perché le testimonianze dei ragazzi sono inattendibili e la donna fu in sostanza vittima degli studenti.

Protestano le famiglie dei ragazzi. Maurizio Bono, che ne rappresenta una, ricorda che nei confronti della supplente molisana, accusata di violenza sessuale, ci sono due sentenze di condanna, in primo e secondo grado a livello penale. «La sentenza di condanna è stata confermata nel dicembre scorso dalla Corte di Appello che ha ridotto la pena da 2 anni e 10 mesi a 2 anni e 4 mesi - ha detto il legale - Non conosco i termini dell’intervento della Corte dei Conti, comunque sulle responsabilità della supplente non ci sono dubbi, anche se per la sentenza definitiva occorre aspettare la Corte di Cassazione, alla quale dovrebbero essersi rivolti i legali dell’insegnante».

La vicenda risale al novembre del 2006 nella scuola media Segantini di Nova Milanese, vicino Monza. La supplente di matematica, una giovane molisana allora trentatreenne, era stata sorpresa da una collega in classe con 5 alunni in atteggiamenti definiti inequivocabili. La supplente era vestita, ma due dei cinque ragazzi avevano i pantaloni abbassati. Si era parlato di lezioni di sesso e persino di una relazione tra la donna e il più grande dei suoi alunni, un ragazzo di 15 anni.

La supplente si era difesa sostenendo di essere caduta in una trappola, in qualche modo messa in atto dallo studente quindicenne. Quello comunque era il suo ultimo giorno di supplenza e la giovane era tornata al suo paese in provincia di Campobasso.

Intanto, il percorso giudiziario è andato avanti su denuncia dei genitori dei ragazzi. C’è stata una prima sentenza di condanna nell’ottobre del 2007. L’insegnante è ricorsa in appello e nel dicembre scorso la pena le è stata ridotta di qualche mese.