Il dramma dei precari in diretta Rai:
siamo una generazione di sfigati

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 8.1.2010

Testimonianza ad “Annozero” di un’aspirante docente siciliana davanti a milioni di spettatori: il precariato è diventato un dato ontologico, lo Stato ci ha regalato tagli, classi come pollai e dei contratti di disponibilità che non danno futuro. Per il Governo ha risposto il viceministro Castelli: capaci solo a lamentarsi.

Dopo mesi di richieste di visibilità sullo schermo più amato dagli italiani, la tv di Stato, i precari della scuola riescono a ritagliarsi un piccolo spazio per parlare – in diretta davanti a milioni di spettatori - del dramma che sta minando la propria esistenza professionale e personale. Dopo aver chiesto, senza alcun risultato, in corrispondenza dell’inizio del nuovo anno scolastico di partecipare alla trasmissione "Porta a porta" ed a novembre organizzato una serie di sit-in davanti alle sedi regionali della Rai, il 7 gennaio una docente rappresentante dei precari ha avuto la possibilità di denunciare lo stato in cui versano decine di migliaia di aspiranti docenti e Ata durante il programma di Rai2 “Annozero”, condotto dal giornalista Michele Santoro.

La donna, Barbara Evola, 36enne siciliana con due figli ed un marito precario come lei, ma in un altro settore, ha riassunto in pochi minuti tutto il suo stato di sfiducia: “siamo una generazione di sfigati – ha detto Evola – che non ha nulla in cui sperare, perché non ci sono dati gli strumenti per pensare al futuro: non siamo più giovani, ma spesso nei momenti di difficoltà economica riusciamo a tirare avanti solo grazie ai nostri genitori”.

Evola, iscritta ai Cobas scuola ed all’associazione "Precari della scuola in lotta" di Palermo, ha ricordato che la situazione, già dopo la prima tornata di tagli agli organici previsti dalla Legge 133/08, si è trasformata in un vero e proprio dramma sociale: dal 1° settembre 2009 solo in Sicilia i docenti e Ata supplenti, che lo scorso anno lavoravano ed oggirimasti senza occupazione sarebbero ben 7.200.

A fronte di questi dati, per la docente siciliana l’unica certezza che oggi si ha è che “il precariato è diventato un dato ontologico. E lo Stato dove è? La verità – ha continuato l’aspirante prof - è che ci ha regalato tagli, classi come pollai e dei contratti di disponibilità che non danno futuro: tanto è vero che l’anno prossimo saremo di nuovo in mezzo alla strada. Ciò che servirebbe al più presto nel campo dell’istruzione è piuttosto un investimento serio, ad iniziare dal sostegno ai quartieri disagiati, come lo Zen di Palermo; perché la mafia non si combatte solo con i militari e le armi”.

La rabbia della precaria si è riversata anche contro le famiglie degli studenti: “perché non vanno – ha chiesto Evola – a vedere come sono assiepati i figli all’interno della classi?”.

Roberto Castelli (Lega nord), viceministro del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tra gli ospiti della serata, ha però interrotto la precaria della scuola accusandola, a differenza di molti siciliani, di essere “capace solo a lamentarsi” e non, in sostanza, di tenere duro nei momenti di difficoltà: “io in classe – ha sottolineato Castelli – stavo assieme all’attuale governatore della Lombardia Formigoni ed eravamo ben 44, senza che nessuno si sia mai risentito”. Pronta la replica di Evola: “queste affermazioni – ha ribattuto la precaria - sono la conferma del clima esasperato in cui viviamo e che i problemi della scuola non si vogliono risolvere. E’ questa la politica che il Governo intende adottare per favorire la scuola?”.