Riforma scolastica, che confusione

Riguarda le prime classi delle superiori, ma le bozze sono contraddittorie.
I sindacati preoccupati per i posti di lavoro a rischio: «Difenderemo l’autonomia»

 di Silvia Siano da La Nuova Ferrara, 7.1.2010

FERRARA. Anno nuovo, problemi vecchi. La scuola riprende dopo la pausa natalizia senza tregua per gli addetti ai lavori. L’ultimo grattacapo in ordine di tempo è siglato ovviamente Gelmini: si tratta della tanto attesa, quanto contestata riforma dell’istruzione di secondo grado che coinvolgerà gli istituti superiori, licei, tecnici e professionali, da settembre. Già annunciata da tempo dal ministro dell’istruzione, la riforma delle scuole superiori è attesa per la fine del mese, anche se sono numerosi i dubbi e gli interrogativi che assalgono il personale della scuola.

«Sono numerose le bozze del decreto di riforma in circolazione - commenta Antonio Raimondo vice preside del liceo scientifico Roiti -, la mancanza di un’indicazione chiara e precisa non fa altro che aumentare l’attesa e creare confusione». Per il 12 gennaio è in programma lo studio della bozza di decreto alla settima Commissione della Camera, mentre nei giorni successivi è attesa la discussione in Parlamento e in Senato. A fine gennaio, secondo gli esperti, il decreto di riforma dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. La data del 12 gennaio riveste un’importanza non da poco anche per le organizzazioni sindacali.

«Il consiglio di stato - spiega Maria Gaiani (Snals) - ci ha dato ragione, riconoscendo che l’esecutivo aveva oltrepassato i limiti della delega conferitagli, ci aspettiamo che la commissione camerale tenga conto del parere espresso dalla magistratura e agisca di conseguenza, ritornando su posizioni non lesive dell’autonomia scolastica. Come sindacato siamo stati fin dall’inizio molto critici sul contenuto della riforma, e abbiamo agito cercando di fare chiarezza sul metodo di determinazione delle classi di concorso e dell’offerta formativa. Non è ammissibile revisionare le prime facendole corrispondere in modo automatico alla seconda. Al contrario, riteniamo che sia indispensabile fare scelte di politica scolastica ragionando su quale futuro vogliamo dare ai nostri giovani e solo in un secondo momento stabilire come debbano essere riviste le classi di concorso».

La riforma della scuola di secondo grado, che dovrebbe riguardare inizialmente solo le classi prime, comporterà giocoforza una riduzione dei posti di lavoro. «Alcune materie - prosegue Gaiani - scompariranno dall’insegnamento, come ad esempio diritto ed economia. Queste materie, indispensabili per la preparazione culturale generale dei nostri ragazzi, verranno sostituite dall’i nsegnamento di Costituzione e cittadinanza. A impartirlo non saranno i docenti di diritto, come dovrebbe essere logico poichè agli studenti verranno impartite nozioni di tipo giuridico, ma gli insegnanti di italiano, che sono preparatissimi nella loro materia, ma non certo in diritto. Negli istituti tecnici e professionali poi, verrà ridotto il numero delle ore di laboratorio, indispensabili per completare la preparazione teorica e rendere il percorso formativo più aderente alle esigenze del territorio. Dal progetto di legge non si comprende, come deve essere ridisegnata l’i struzione superiore dei nostri ragazzi. La confusione regna sovrana».