Brunetta: «Bonus ai giovani
per uscire di casa». Il premier frena

La nuova proposta: «Riforma delle pensioni di anzianità
e con le risorse 500 euro al mese per aiutare i giovani a partire»

 Il Sole 24 Ore 24.1.2010

«Agiamo sulle pensioni di anzianità, e con le risorse che si liberano diamo 500 euro al mese ai giovani per aiutarli a uscire di casa. Tremonti è d'accordo». Il ministro della Pubblica amministrazione torna sul tema dei bamboccioni che nello scorso fine settimana aveva affrontato con la proposta di "sfrattarli" per legge dalla casa dei genitori a 18 anni. «L'ho detto per scherzo - ha ribadito oggi Brunetta - ma è successo un finimondo perché ho toccato nervi scoperti, quello del familismo e del bamboccionismo culturale prodotto dai nostri egoismi». Egoismi che per il ministro antifannulloni e neo candidato alla poltrona di sindaco di Venezia si traducono nelle «eccessive tutele» per i padri, che vanno a scapito del futuro dei figli. Anche per questo Brunetta sa che «una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che difendono i genitori», ma per il titolare della Funzione pubblica è venuto il momento di fare «un passo avanti».

Le parole del ministro della Pubblica amministrazione hanno scatenato la consueta pioggia di prese di posizione contrapposte. «Brunetta cerca visibilità», taglia corto Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro ed esponente del Pd, mentre per Beppe Fioroni, presidente del Forum Welfare del Partito Democratico, «uno stato che smantella la scuola, taglia risorse a università e ricerca e genera precari deve smetterla di fare spettacolo e passare ai fatti». Accuse respinte al mittente dal portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: «Chi si oppone alle idee del ministro Brunetta cosa propone?».

In serata, però, anche Palazzo Chigi è sceso in campo per prendere le distanze dall'idea del bonus ai bamboccioni, che secondo Brunetta aveva già incontrato l'accordo del ministro dell'Economia Tremonti: «La proposta - ha spiegato la presidenza del Consiglio in una nota - è personale e non è mai stata concordata nel governo».