Scuola

Usr Milano, visite a impiegati
stressati ma non ai prof

Per esperto Lodola D'Oria ignorati a torto: non è prevenzione
Problema reale che nessuno sa gestire, a cominciare dai presidi

  ApCOM, 1.2.2010

Roma, 1 feb. (Apcom) - La verifica dello stato di salute degli operatori scolastici di Milano non riguarderà gli insegnanti stressati, che presentano turbe psichiche e comportamenti anomali, ma solo gli impiegati, vittime di patologie psicologiche analoghe, in servizio nell'Ufficio scolastico regionale e provinciale: c'è delusione in Vittorio Lodola D'Oria, medico specialista in malattie del lavoro della Asl di Milano e massimo esperto di burnout in Italia, nell'apprendere che l'iniziativa del direttore dell'Usr, Giuseppe Colosio, ha lo scopo solo di garantire chi lavora negli uffici. E non i docenti, come inizialmente segnalato dai media nei giorni scorsi. "Ad un primo momento - dice ad Apcom il dottor Lodolo D'Oria, che è anche autore di diversi testi sul burnout negli insegnanti - ho fatto un salto sulla sedia gridando 'evviva'. Ma poi approfondendo ho scoperto che la sorveglianza medica è prevista solamente per coloro che lavorano all'interno degli uffici e non per i docenti effettivi". Per il medico esperto di patologie mentali da lavoro si tratterebbe quindi di un'occasione persa: sarebbe stato molto meglio verificare anche l'inadeguatezza di un percentuale non trascurabile di insegnanti che continuano malgrado tutto a stare dietro alla cattedra. Più di qualcuno di questi maestri e professori scolastici nel corso degli ultimi anni, come previsto dalla legge e quindi a seguito della visita collegiale di accertamento, è stato comunque rimosso dalla docenza: si tratta di personale reputato 'inabile' e collocati proprio in quegli uffici dove ora il direttore dell'Usr vuole inviare delle commissioni di accertamento. "Infatti gli Uffici scolastici regionali e provinciali dell'amministrazione scolastica - conferma l'esperto di burnout nella scuola - sono pieni di coloro che, non più ritenuti idonei all'insegnamento, sono stati adibiti ad altre mansioni. L'intervento attualmente previsto perciò non è di prevenzione, ma di riduzione del danno".


Attraverso alcune recenti stime l'Ue ha quantificato nel 3% gli individui psicotici presenti nella società moderna. Secondo Lodolo D'Oria in Italia, ad essere ottimisti, la percentuale di docenti colpiti da disagio mentale sarebbe di almeno l'1%. Che corrisponde a 10mila insegnanti.

I quali però quasi sempre rimangono dove sono, dietro la cattedra con tutti i danni che derivano nei confronti degli alunni, o al massimo vengono trasferiti in un'altra scuola. C'è poi un'altra categoria, che l'esperto annovera come "depressi", la cui entità è di circa il 12%: si tratterebbe di circa 100mila docenti su un totale di 800mila. E la Lombardia è una delle regione dove, per l'alta presenza di alunni, operano più insegnanti in assoluto.

"Sarebbe stato quindi utile conoscere - sostiene lo specialista in malattie del lavoro - quali interventi prevede invece adottare Colosio per gestire e prevenire lo stress-lavoro-correlato negli insegnanti che sono attualmente in cattedra come prevede la legge".

Il dott. Lodolo D'Oria ha negli ultimi mesi esaminato un centinaio di casi di insegnanti affetti da una psicopatologia: ha raccolto le conclusioni in un libro in uscita, dal titolo 'Pazzi per la Scuola' (Alpes edizioni).

"Il testo riguarderà - spiega l'autore - coloro che sono appassionati della scuola, i tanti docenti che sono 'schizzati' a causa della scuola (letteralmente ammattiti o in burnout) o che sono portatori di una psicopatologia, come il disturbo di personalità, a origine familiare. Tanti casi che quasi sempre - conclude Lodolo D'Oria - nessuno sa gestire, a cominciare dal dirigente scolastico".