Ricorsi al giudice per il mancato pagamento dei contratti stipulati

E c'è chi rischia il pignoramento

di Antimo Di Geronimo da ItaliaOggi, 2.2.2010

Scuole sempre più povere. E a farne le spese sono soprattutto i supplenti, che rischiano di rimanere senza retribuzione, e le condizioni igieniche degli istituti dove i servizi sono stati esternalizzati con appalti a ditte esterne. E se per le pulizie il giro di vite incide solo in quelle scuole dove il lavoro dei bidelli lo fanno le imprese esterne, per i supplenti la situazione è ormai generale.

Supplenti senza soldi

La situazione rischia di scatenare un contenzioso di enormi proporzioni. Oltre tutto si tratta delle fasce di lavoratori più deboli. Cioè di coloro che non avendo potuto ottenere supplenze nella fase provinciale, con incarichi fino alla fine delle attività didattiche o annuali, si risolvono ad accettare piccole supplenze per sbarcare il lunario. Talvolta solo per accumulare punteggio, nella speranza di poterlo spendere successivamente nelle graduatorie a esaurimento nelle prossime tornate di aggiornamento. Non sono rari i casi, peraltro, in cui il già magro guadagno viene totalmente assorbito dalle spese di viaggio o di alloggio. E molti finiscono per rimetterci di tasca propria. Ma se adesso dovranno rinunciare anche al dovuto, la cosa la cosa potrebbe assumere il sapore dello scherno. A ciò va aggiunto il fatto che le eventuali azioni legali per il recupero delle retribuzioni sarebbero lunghe e costose. Perché i diretti interessati non sarebbero in grado di dimostrare in prima battuta l'entità del loro credito. E dunque non potrebbero utilizzare la procedura prevista dal processo monitorio. Che si risolve in pochi giorni con l'emissione di un decreto ingiuntivo.

Esecuzione forzata

E quindi, dovrebbero necessariamente percorrere la via del rito ordinario, con i tempi cosmici che derivano dalla complessità della procedura. Insomma, oltre al danno anche la beffa. Sempre che il ministero non intervenga tempestivamente a sanare la situazione con finanziamenti ad hoc. Resta il fatto però che, a fronte di reiterate inadempienze, le scuole potrebbero andare incontro all'esecuzione forzata. Una scelta che molti supplenti in attesa di essere pagati, in alcuni casi da anni, stanno valutando. Situazione che riguarda anche fornitorei di beni e servizi. E a quel punto sarebbe la prima volta degli ufficiali giudiziari nelle aule scolastiche. L'esecuzione forzata, infatti, prevede il cosiddetto pignoramento. Un istituto che finora è stato applicato alle scuole in caso molto rari.

Pulizie a singhiozzo

Non meno grave è la situazione delle pulizie. Tanto più che l'unica soluzione possibile è quella di ridurle. Con tutto quello che comporta in termini di rischi per la salute in ambienti, quali quelli scolastici, dove non sono rari i casi in cui si vive in situazioni di semipromisquità. Resta il fatto che l'amministrazione centrale ha ordinato alle scuole che utilizzano i contratti di fornitura, di ridurre la spesa di almeno un quarto. E a questo proposito, l'ufficio scolastico regionale per la Basilicata ha già spiegato ai dirigenti interessati che la riduzione poggia su solide basi giuridiche perché secondo il regio decreto 2440 del 1923, le scuole possono ridurre unilateralmente gli importi pattuiti (nota 531 del 26 gennaio scorso). Ma ciò non vuol dire che le ditte appaltatrici devono lavorare lo stesso. Le imprese titolari del rapporto, infatti possono scegliere tra la diminuzione proporzionale della prestazione e la risoluzione del contratto.