Scuola

Regolamenti superiori,
per esperto riforma a rischio

Forti osservazioni Consiglio Stato inattuabili in soli 30 giorni
A meno che Miur attui decreto in spregio parere Consiglio Stato

  ApCOM, 21.2.2010

Roma, 21 feb. (Apcom) - La lentezza del ministero dell'Istruzione nel produrre i regolamenti attuativi della scuola secondaria superiore, approvata il 4 febbraio in seconda lettura dal Cdm, ha buone possibilità di derivare dalle difficoltà di viale Trastevere nel rendere attuabili alcune osservazioni prodotte dal Consiglio di Stato attraverso il parere n. 4597 sui nuovi istituti tecnici e professionali del 13 gennaio scorso: a sostenerlo è Calogero Virzì, studioso di problematiche sull'istruzione e redattore dalla rivista specializzata 'La Tecnica della Scuola'. "Il governo della scuola - dichiara ad Apcom l'esperto di scuola - sembra sempre più procedere tra incompetenza e arroganza.

Analizzando il parere del Consiglio di Stato sull'avvio della riforma delle superiori si legge che vi sono almeno sette-otto punti che avrebbero dovuti essere definita con un 'atto regolamentare': ma poiché mancano poco più di 30 giorni al termine delle iscrizioni (26 marzo ndr) è chiaro che i tempi per la loro attuazione non ci sono". Anche se per legge le indicazioni del Consiglio di Stato non sono vincolanti, il Miur sarebbe obbligato a tenerne conto: in caso contrario, infatti, esporrebbe la riforma a dei vizi regolamentari impugnabili e con buone possibilità che vengano accolti dai giudici di competenza. "Al ministero - sostiene Virzì - farebbero bene a rispettare la procedura indicata dal Consiglio di Stato", ma in tal caso non rimarrebbe altro che "rinviare le scadenze previste per la fine delle iscrizioni alla scuola superiore".

Una soluzione che però rappresenterebbe il naufragio del progetto a cui tiene il governo, con in testa i ministri Giulio Tremonti e Mariastella Gelmini, di introdurre la riforma già dal prossimo 1° settembre. Il redattore della 'Tecnica della scuola' ipotizza quindi che per al ministero dell'Istruzione stia vagliando anche un'altra possibilità: "quella di emettere un decreto ministeriale, in linea con il provvedimento avente forza di legge indicato dal Consiglio di Stato, ma che allo stesso tempo - sottolinea Virzì - rappresenterebbe anche un vero e proprio smacco al parere dello stesso organo di rilievo costituzionale".


Andando a scorrere il parere n. 4597 del Consiglio di Stato si legge che una delle osservazioni più rilevanti riguarda la natura degli atti giuridici, che devono garantire il completamento del processo di riordino: "l'organo amministrativo chiede chiaramente - sottolinea Virzì - che su tali materie i provvedimenti ministeriali siano di natura regolamentare". Ed è decisamente lunga la lista di argomenti, previsti dal comma 2 e dal comma 3 dell'articolo 8, su cui il Miur dovrebbe mettere mano: si va dalle indicazioni nazionali su competenze, abilità, conoscenze agli ambiti e i criteri per ulteriore articolazione degli indirizzi.

Sotto la 'lente' degli esperti di dicastero di viale Trastevere dovrebbero passare - sempre per il Consiglio di Stato - anche i criteri di raccordo della transizione dal vecchio al nuovo ordinamento, ma anche i quadro orario che regola il passaggio da 36 a 32 ore settimanali. Oltre che la revisione delle classi di concorso, i criteri di insegnamento in lingua inglese di una materia non linguistica dell'ultimo anno e, infine, gli indicatori di valutazione e autovalutazione degli istituti.

Secondo lo studioso di problematiche scolastiche "tutto ciò significa l'adozione della complessa e lunga procedura dei previsti pareri di Commissioni di Camera e Senato, Cnpi, Consiglio di Stato, Conferenza Stato Regioni. E i tempi, appena 30 giorni entro la fine delle iscrizioni, non ci sono. A meno che - conclude - non si proceda, ripeto, con un decreto in spregio del parere del Consiglio di Stato".