La riforma della scuola superiore

di Gennaro Pacilio da Pupia, 17.2.2010

ROMA. Dal prossimo settembre, dunque, la riforma scolastica voluta dal Ministro Gelmini prenderà il via e gli studenti che stanno frequentando la terza media sono alle prese per la scelta che dovranno effettuare entro il prossimo mese di marzo.

Iniziamo dai licei la cui riforma può essere considerata epocale. L’impianto rivede complessivamente la legge Gentile del 1923. Gli obiettivi sono quelli di mantenere il contatto con la tradizione umanistica tipicamente italiana, superare la frammentazione di offerta creatasi con il proliferare delle sperimentazioni (complessivamente sono più di 500) così da dare a tutti gli studenti le medesime possibilità e semplificare la scelta, avvicinare il sistema scolastico al mondo del lavoro e recuperare i ritardi di un impianto scolastico che risale al secolo scorso.

Almeno queste sono le intenzioni. Per raggiungere questi obiettivi, oltre a fornire maggiore sistematicità e rigore e a coniugare tradizione e innovazione, la riforma punta a razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e l’approfondimento delle materie di studio e a caratterizzare accuratamente ciascun percorso liceale o di istruzione tecnico professionale. Altri elementi cardine del nuovo percorso di formazione sono il riconoscimento di un ampio spazio all'autonomia dei singoli istituti e il consentire una più ampia personalizzazione, grazie a quadri orari ridotti che danno allo studente la possibilità di approfondire e recuperare le eventuali carenze.

Le iscrizioni per la scuola superiore sono slittate e si potranno effettuare dal 26 febbraio al 26 marzo proprio per consentire un’ adeguata informazione alle famiglie sui contenuti della riforma. I nuovi licei saranno sei. Accanto ai 4 già esistenti (artistico, classico, scientifico, linguistico) ne nasceranno due nuovi; scienze umane (che sostituisce le vecchie magistrali) e musicale-coreutico. Si supera in questo modo la frammentazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della scuola italiana, con le famiglie disorientate dalla miriade di indirizzi sperimentali, che in totale erano addirittura 396. Tutti i licei saranno suddivisi in un biennio e un triennio per una durata complessiva di 5 anni. Le ore settimanali per il biennio saranno 27 per tutti, mentre il triennio andrà dalle 30 alle 35 del liceo artistico.

L’obiettivo è quello di coniugare tradizione e innovazione, attraverso la valorizzazione della lingua latina, l’incremento orario della matematica, della fisica e delle scienze, il potenziamento delle lingue straniere, la presenza delle discipline giuridiche ed economiche, l’insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera, che ci allinea alle migliori esperienze del resto d’Europa. La riforma valorizza l’autonomia scolastica grazie alla quota di flessibilità degli orari del 20% nel primo biennio e nell’ultimo anno e del 30% nel secondo biennio e promuove un rapporto più forte scuola-mondo del lavoro-università con la possibilità, dal terzo anno, di svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro o in collegamento con il mondo dell’alta formazione.

La riforma degli istituti tecnici e professionali punta alla loro riorganizzazione. Il rilancio della cultura tecnica e professionale è la migliore risposta della scuola alla crisi, perché favorisce la formazione del capitale umano. La pluralità di scelte formative, integrate con la formazione professionale regionale, consentiranno di contrastare efficacemente i rischi di dispersione scolastica.

Nel 2009, numerose indagini hanno dimostrato che esiste una domanda di personale tecnico esattamente doppia dell'offerta (300.000 tecnici contro i 140.000 attualmente offerti). Iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali darà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e riduzione dei tempi di transizione tra scuola, e lavoro. Nel 2009 in Italia gli istituti tecnici erano 1.800, suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi, con 40.307 classi, frequentate da 873.522 alunni. La riforma prevede la riduzione a 2 settori (Servizi e Industria/artigianato) e a 11 indirizzi, per limitare la frammentazione degli indirizzi e rafforzare il loro riferimento ad ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale. L’orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Tutti gli indirizzi avranno più inglese, più ore di laboratorio, maggiore sinergia con il mondo del lavoro, grazie alle ore dedicate all’alternanza scuola-lavoro.


Il nuovo sistema dei Licei
Liceo Classico
Liceo Scientifico
Liceo Artistico
Liceo Linguistico
Liceo Musicale e Coreutico
Liceo delle Scienze Umane


Istituti Tecnici

settore economico
amministrativo, finanza, marketing
turismo

settore tecnologico
meccanica, meccatronica, energia
trasporti, logistica