Geografia. Secondo Rembado (ANP)
c'è dietro una lobby

da Tuttoscuola, 1.2.2010

Geografia: non é ancora chiaro se il vero obiettivo delle associazioni per la difesa della geografia (migliaia le sottoscrizioni a favore) sia quello di ottenere più visibilità (cioè aumento di ore) rispetto alla situazione che vede la disciplina abbastanza emarginata nei piani di studio attuali.

Nelle loro dichiarazioni i difensori della geografia non esplicitano questo obiettivo, ma dichiarano, piuttosto, che intendono opporsi ad una riduzione di ore di insegnamento che il Miur intende fare.

Nella polemica, pressoché a senso unico, si è alzata una voce contraria.

Contro la sottoscrizione a difesa della geografia è sceso infatti in campo un autorevole esponente sindacale, Giorgio Rembado, presidente dell'ANP, l'Associazione nazionale presidi.

Secondo Rembado "ci si deve muovere in una logica diversa, più difficile forse, ma migliore per il futuro. Bisogna costruire il curriculum di studi all'interno della singola scuola. Ogni istituto può gestire autonomamente le attività didattiche da svolgere, da un minimo del 20% del monte-ore ad un massimo del 30-35%. Deve quindi essere la scuola ad individuare la materie più coerenti e più compatibili con l'indirizzo di studi dell'istituto e porsi il problema della congruità dell'inserimento di una materia, sapendo che non c'è spazio per tutto lo scibile".

Commentando le parole di De Vecchis, presidente dell'Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, il quale aveva dichiarato che "senza geografia siamo tutti più poveri", Rembado ha affermato inoltre che "dietro ogni insegnamento c'è una lobby animata da precise logiche. Ciascuna di queste deve addurre delle motivazioni di carattere generale per poter dire che senza il loro insegnamento il mondo va a rotoli".