Diritto ed economia, materie
quasi cancellate dalla riforma Gelmini

Amanda Cossovel Il Gazzettino, 14.2.2010

Trovo davvero incomprensibile e deprimente questo silenzio dei media, nessuno escluso a parte quale sito internet del settore, in merito della riduzione degli insegnamenti del diritto e dell'economia nella scuola superiore italiana.

L’opinione pubblica in questi giorni si è concentrata sui tagli orari subiti da altre discipline ma si sta ignorando, mi chiedo se volutamente, il destino subito dalle materie giuridico-economiche che, in seguito alla riforma Gelmini, saranno insegnate solamente nei bienni delle scuole tecniche e professionali e in alcuni trienni delle medesime scuole, mentre fino ad oggi in quasi tutti i trienni degli isituti tecnici tali insegnamenti non erano mai stati eliminati. Lo studio del diritto continuerà invece ad essere del tutto assente nei licei e sarà addirittura eliminato, appunto, in alcuni trienni degli istituti tecnici.

Chiediamoci allora perché gli studenti del liceo, futuri ricercatori, ingegneri, medici, scienziati o artisti, non devono studiare diritto ed economia? Perché non si dice chiaramente che si vuole negare ai giovani quella riflessione più approfondita che queste due materie permettono? Perchè non si dichiara esplicitamente che non si vogliono creare veri e consapevoli cittadini di un mondo globalizzato? Forse perchè lo studio del diritto e dell'economia forma i cittadini e dunque anche i futuri elettori? Forse perchè nessuno vuole che i giovani sappiano decifrare le promesse elettorali e valutare l'operato dei governi?

Alla luce di tutto ciò, io, docente precaria di tali materie da dieci anni, docente per scelta, proprio per portare ai giovani di ogni grado di scuola questo senso di responsabilità e cittadinanza di cui sto qui scrivendo, mi chiedo perchè sia calato il silenzio su questa vicenda.

Queste discipline sono insegnate da circa vent'anni nei bienni delle superiori con l’esplicito obiettivo di fornire ai futuri cittadini una preparazione che li metta in grado di agire consapevolmente in una democrazia, facendo loro studiare tematiche quali, ad esempio, il contenuto della nostra Costituzione, il ruolo delle organizzazioni internazionali e dell’UE, il funzionamento dei mercati e dei sistemi economici. Secondo quanto previsto dalla riforma, tale obiettivo sarà ora invece raggiunto tramite l'insegnamento della nuova disciplina Cittadinanza e Costituzione, nulla di più assurdo. Quali docenti di storia avranno infatti il tempo materiale, e le adeguatamente approfondite competenze, per inserire una trattazione giuridica così ampia nelle loro due ore di insegnamento settimanali?

Non me la sento di rispondere, lo scoraggiamento di fronte a questa situazione è molto, non mi toglie la voglia di protestare ma mi chiedo se tale protesta sarà mai ascoltata.