INVALSI

Riforma, con le ore di 60 minuti
si studierà di più 

Secondo la rivista “Tuttoscuola” la riduzione delle ore
da 36 a 32 è solo apparente, oggi si fanno lezioni ridotte

 La Stampa 11.2.2010

ROMA
Secondo la rivista “Tuttoscuola” l’avvio della riforma nelle prime classi della scuola superiore e la riduzione degli orari d’insegnamento dalle seconde alle quarte negli istituti tecnici e professionali comporterà, dal prossimo settembre, il taglio di alcune migliaia di cattedre: ma, a sorpresa, la riduzione nominale delle ore di lezione non produrrà un minor carico orario effettivo per gli studenti, che anzi aumenterà, se pur di poco.

I redattori della rivista specializzata sostengono che anche se apparentemente l’offerta formativa subirà un decremento di oltre il 10%, in realtà verrà garantito «più tempo a scuola, più ore di lezione effettive, per la maggior parte degli studenti delle superiori». Ma come si è giunti a questa conclusione? Si sono presi in esame gli istituti tecnici, per i quali è prevista una riduzione di quattro ore dell’orario settimanale, dalle attuali 36 ore (medie) a 32 ore.

Ma poiché attualmente nella maggior parte degli istituti tecnici le ore di lezione sono della durata di 50 minuti «diminuendo di 10 minuti ciascuna delle 36 ore degli istituti tecnici - spiega in una nota la rivista - si otteneva un risparmio complessivo di 360 minuti a settimana, equivalenti esattamente a sei ore». La sottrazione dei 10 minuti è stata resa possibile da una circolare ministeriale del 1979, ripresa nel contratto di lavoro, secondo la quale per cause di forza maggiore (mancanza di trasporti, mense ecc.), le ore di lezione possono essere ridotte a 50 minuti: «le ore effettive - continua la nota - anziché 36, diventavano in questo modo sei di meno, cioè 30 a settimana».

La norma contrattuale, nata per andare incontro soprattutto a fenomeni circoscritti di pendolarismo, è però divenuta quasi una prassi: la procedura per «contenere l’intero orario settimanale - spiega Tuttoscuola - nella sola fascia del mattino», è diventata «negli anni, soprattutto con l’arrivo di centinaia di sperimentazioni che hanno ampliato i piani di studio e gli orari di lezione, una diffusa consuetudine nella scuola secondaria superiore».

E poiché i nuovi regolamenti parlano di ore «il ministero dell’Istruzione ha lasciato intendere che si tratti di ore effettive, non virtuali, della durata, cioè, di 60 minuti. Se così sarà, il nuovo orario, pur ridotto, avrà una durata complessiva maggiore di quello attuale».

La rivista ha proiettato il calcolo di ore sull’intero anno scolastico. Ed è emerso che «le attuali 36 ore settimanali “virtuali”, ridotte per cause di forza maggiore a 30 effettive, sono pari a 990 effettive annue», mentre «le nuove 32 ore settimanali effettive sono pari a 1.056 ore annue effettive».

In conclusione, «gli studenti dei tecnici, inclusi quelli delle prossime seconde, terze e quarte classi ancora a vecchio ordinamento del 2010-11, avranno un carico di lezione effettivo di due ore in più a settimana, pari a 66 ore in più all’anno (+7%). E un discorso analogo, con numeri diversi, si può fare per gli istituti professionali e i licei».

Tuttavia, per vedere realizzate queste stime, avverte “Tuttoscuola”, «è necessario che il ministero dell’Istruzione introduca una norma che impedisca l’applicazione di quell’eccezione delle ore di lezione da 50 minuti».

In tal caso verrebbero anche salvaguardati «nel prossimo anno, nelle classi intermedie, i piani di studio di vecchio ordinamento esistenti, anche se in diversi casi, con la riduzione dell’organico dei docenti, verrà a mancare - conclude la rivista - la continuità didattica che sarebbe stata assicurata dalla conferma dei professori titolari».