Superiori: meno ore di lezione da Tuttoscuola, 10.2.2010 La riforma delle superiori approvata dal Governo avrà da settembre un forte impatto sull’organizzazione della scuola. Dall’analisi dei provvedimenti emergono novità importanti e in parte sorprendenti. Dal punto di vista degli organici, come rilevato nei giorni scorsi da Tuttoscuola, si avrà una riduzione nelle classi intermedie (dalle seconde alle quarte) di circa 6.200 posti, di cui 5.300 nei tecnici. Altre riduzioni di organico per ulteriori 400 posti circa nei professionali si avranno l’anno dopo. In questo caso non è una sorpresa, infatti si tratta di un "di cui" dei tagli previsti dalla manovra finanziaria del 2008 (art. 64 L. 133), non di tagli aggiuntivi. Per raggiungere quell’obiettivo, che prevedeva l’avvio della riforma già da quest’anno, il ministero dell’istruzione – su pressing del Ministero dell’Economia – ha dovuto mettere mano, riducendoli, agli orari anche delle classi già partite negli anni scorsi: meno ore di insegnamento comportano meno posti. Cosa cambia invece dal punto di vista dell’offerta formativa? Quale effetti ci saranno sugli studenti? Si ridurrà la durata delle lezioni? Ebbene, a fronte della riduzione nominale delle ore di lezione, non ci sarà un minor carico orario effettivo per gli studenti, che anzi aumenterà, se pur di poco. Le accuse di impoverimento quantitativo dell’offerta formativa a questo punto dovrebbero cadere.
Insomma più tempo
a scuola, più ore di lezione effettive, per la maggior parte degli
studenti delle superiori, se sarà confermato quanto annunciato dal
Miur in tema di durata effettiva delle ore di lezione. Prendiamo in esame gli istituti tecnici, per i quali è prevista una riduzione di quattro ore dell’orario settimanale, dalle attuali 36 ore (medie) a 32 ore. Sulla carta vi sarà, dunque, un calo di quattro ore settimanali, ma nella realtà le cose saranno ben diverse. Infatti attualmente nella maggior parte degli istituti tecnici le ore di lezione sono della durata di 50 minuti. Ciò in forza di una circolare ministeriale del 1979, ripresa nel contratto di lavoro (l’art. 28 comma 8 del CCNL 2006-2009), secondo la quale per cause di forza maggiore (mancanza di trasporti, mense ecc.), le ore di lezione possono essere ridotte a 50 minuti, in modo da contenere l’intero orario settimanale nella sola fascia del mattino. Quella che doveva essere un’eccezione è diventata però negli anni, soprattutto con l’arrivo di centinaia di sperimentazioni che hanno ampliato i piani di studio e gli orari di lezione, una diffusa consuetudine nella scuola secondaria superiore. In effetti, diminuendo di 10 minuti ciascuna delle 36 ore degli istituti tecnici, si otteneva un risparmio complessivo di 360 minuti a settimana, equivalenti esattamente a sei ore. Le ore effettive, anziché 36, diventavano in questo modo sei di meno, cioè 30 a settimana.
I nuovi
regolamenti parlano di ore, e il Ministero dell’Istruzione ha
lasciato intendere che si tratti di ore effettive, non virtuali,
della durata, cioè, di 60 minuti. Se così sarà, il nuovo orario, pur
ridotto, avrà una durata complessiva maggiore di quello attuale. Tornando alla situazione degli istituti tecnici, i conti sono presto fatti. Le attuali 36 ore settimanali "virtuali", ridotte per cause di forza maggiore a 30 effettive, sono pari a 990 effettive annue. Le nuove 32 ore settimanali effettive sono pari a 1.056 ore annue effettive. Gli studenti dei tecnici, inclusi quelli delle prossime seconde, terze e quarte classi ancora a vecchio ordinamento del 2010-11, avranno un carico di lezione effettivo di due ore in più a settimana, pari a 66 ore in più all’anno (+7%). Un discorso analogo, con numeri diversi, si può fare per gli istituti professionali e i licei. Perché questo avvenga, però, è necessario che il Ministero dell’Istruzione introduca una norma che impedisca l’applicazione di quell’"eccezione" delle ore di lezione da 50 minuti. Si può stimare che in questa conferma-ampliamento dell’orario di lezione possano essere salvaguardati nel prossimo anno, nelle classi intermedie, i piani di studio di vecchio ordinamento esistenti, anche se in diversi casi, con la riduzione dell’organico dei docenti, verrà a mancare la continuità didattica che sarebbe stata assicurata dalla conferma dei professori titolari. |