Meno domande di pensione:
che ne sarà dei supplenti?

I dati ufficiali parlerebbero di circa 20mila richieste, ma se ne aspettavano 35mila per coprire alla meno peggio le 26mila riduzioni di cattedre dovute alla riforma della secondaria di secondo grado. Un bel grattacapo per il Governo che deve sistemare, chissà dove, 5.600 docenti in rotta di collisione coi colleghi e col mondo intero, qualora venissero mandati da qualche altra parte.

Pasquale Almirante, AetnaNet 23.2.2010

Si prevede un robusto calo delle domande di pensione per il prossimo anno e questo non fa piacere al ministro Tremonti che,quando impose la riforma dei tagli alla sua collega Gelmini, si aspettava altri e più generosi numeri cosicché si potessero sistemare i professori in esubero e ancora troppo giovani per lasciare la scuola. I dati ufficiali parlerebbero di circa 20mila richieste, ma se ne aspettavano 35mila per coprire alla meno peggio le 26mila riduzioni di cattedre dovute alla riforma della secondaria di secondo grado. Un bel grattacapo per il Governo che deve sistemare, chissà dove, 5.600 docenti in rotta di collisione coi colleghi e col mondo intero qualora venissero mandati da qualche altra parte. Non andrebbero da nessuna parte invece i supplenti annuali che finora hanno alla meno peggio sbarcato il lunario, perché per loro non pare ci sia altro che di stare a casa o di ingegnarsi con le lezioni private. D’altra parte la scuola non è un ammortizzatore sociale, come dice la ministra Gelmini che ha tutto a disposizione compreso autista e auto blu, per cui bisogna arrangiarsi anche sfruttando le riscoperte severità nella scuola, come appunto l’aumento di respinti e di materie con insufficienze. Lezioni private a go go allora per i colleghi di materie classiche, italiano, geografia, diritto, musica ma anche informatica, economia, trattamento testi e…

Chissà se verrà costituita pure una nuova materia come: l’arte di arrangiarsi, così praticata in questi tempi da politici e manager in combutta, a seconda delle emergenze, o con le mafie o coi terremoti. Per loro d’altra parte i risparmi non s’hanno da fare e cappellaccio paga tutti senza che nessuno scomodi la crisi o gli ammortizzatori sociali o il “68.