La materna diventa Il Messaggero, 20.2.2010 Gent.ma dottoressa Mariastella Gelmini, sono la madre di una bambina iscritta ad una scuola materna - sfortunatamente - statale. Dico sfortunatamente perchè mentre nella scuola di mia figlia sembrerebbero esaurite le risorse per pagare le insegnanti supplenti, nelle scuole comunali questo problema ancora non è sorto. In mancanza di fondi e, a causa di più di un'assenza delle insegnanti, l'attività educativa nella scuola di mia figlia sembra più quella di un campus universitario che di una scuola d'infanzia. I bambini vengono smistati nelle altre classi con altre insegnanti così che a fine settimana si potrebbe arrivare a cambiare - per 5 sezioni - fino a 10 diverse insegnanti e 10 diversi gruppi di alunni (nell'ipotesi limite che a rotazione tutte le insegnanti si assentino). Premesso che le 10 insegnanti dovrebbero essere encomiate per il lavoro che stanno svolgento perchè non conoscono tutti i bambini e le loro abitudini o debolezze, e tralasciando su ben altre considerazioni (quali pidocchi e affollamento delle classi) le mie preoccupazioni alle quali la pregherei di darmi rassicurazioni sono le seguenti: - lo stravolgimento di una routine quotidiana; - il cambio delle metodologie educative unitamente al cambio della figura stessa dell'insegnante che nei mesi precedenti hanno imparato ad amare e a rispettare; - lo smembramento del gruppo di amicizie fra i bambini della stessa classe; - il concetto stesso di classe che viene meno; queste quattro concause non possono produrre alla lunga dei problemi nella sfera emotiva e relazionale di un bambino che ha un'età caratterizzata dalla centralità delle figure genitoriali (ed educative)? La pregherei di rassicurarmi al riguardo (se può) o mi vedrò costretta a prendere dei provvedimenti che comporteranno senz'altro un trauma a mia figlia pur di scongiurarne un'altro peggiore.
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