Il ministro contava in un esodo per controbilanciare i tagli della riforma della scuola. Non è così Crollano a 20 mila. E ora 5 mila prof rischiano il posto

Pensioni, il guaio della Gelmini

 Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi, 23.2.2010

Il costo della vita sale. Il valore delle pensioni non fa che calare. E così smettere di lavorare diventa sempre meno conveniente, un lusso in tempo di crisi: chi può, prova a restare in servizio fino alla fine. È la motivazione più forte, questa, che ha indotto migliaia di docenti a preferire la permanenza in servizio rispetto al pensionamento. Una doccia fredda per la Gelmini, che contava invece proprio nell'opposto per controbilanciare gli effetti della sua riforma. Per il prossimo anno, secondo quanto risulta a ItaliaOggi (si veda l'altro servizio in pagina), i primi dati ufficiali parlano di un calo vertiginoso delle domande di pensionamento per tutti gli ordini di scuola: da 35 mila dovrebbero arrivare a 20 mila. In calo anche alle superiori, dove dal prossimo anno parte la riforma degli orari e delle discipline, quelle da cui si attende il taglio più sostanzioso delle cattedre delle secondarie. Se tutte le previsioni saranno confermate, le pensioni non riusciranno a coprire le riduzioni di cattedra, che si stimano per il 2010/2011 complessivamente in 25.600.

Il ministero dell'istruzione insomma dovrebbe affrontare il problema di sistemare circa 5600 prof in esubero, ovvero docenti assunti in ruolo ma che perderanno la titolarità sulla loro sede e andranno ricollocati diversamente. A rischiare di più sono i docenti delle discipline che con la riforma perdono più ore. Dentro ci sono materie classiche, come l'italiano, la geografia o il diritto, ma soprattutto le discipline professionalizzanti, quelle che caratterizzano i trienni degli istituti tecnici e professionali e che subiranno il taglio più radicale. I prof che saranno dichiarati in esubero, in assenza di soluzioni interne alla scuola, saranno trasferiti su altra sede, in prima battuta, ma anche su altra disciplina, se occorresse.

A cascata, ovviamente, sulle cattedre libere occupate dai docenti in soprannumero perderanno il contratto i supplenti annuali. Per avere il quadro chiaro della situazione, oltre ad avere i dati definitivi sulle richieste di pensionamento, è necessario attendere il decreto sugli organici che chiarirà gli effetti reali della riforma e le assegnazioni di personale sul territorio.