Educhiamo i giovani
ai sentimenti  e alle emozioni:
intervento “chiaro e deciso” della magistratura

 di Fortuna Di Chio Educazione & Scuola, 17.2.2010

In questi giorni, la stampa nazionale si è ampiamente occupata della sentenza del Tribunale civile di Milano che ha travolto un contesto di famiglie, dallo stile di vita definibile da qualcuno “normale”, condannando i genitori al risarcimento di quasi 450000 euro per le ripetute violenze e sopraffazioni  compiute dai loro figli minori a danno di una 12enne.

Il contenuto di questo provvedimento giudiziale ha fatto sorgere, inevitabilmente, ampi dibattiti tra i giuristi, e non solo, ponendo l’accento sulla sua efficacia deterrente ed intimidatoria.

In altri termini, si auspica che molti genitori, intimoriti dall’esito di questa vicenda giudiziaria, siano indotti ad osservare attentamente i propri figli da un punto di vista caratteriale e comportamentale.

Al riguardo, nella sentenza si è evidenziato l’atteggiamento dei minori, i quali hanno usato per la ragazza «espressioni che evidenziano  come nessuna considerazione vi fosse per la persona».

Quindi, il Tribunale di Milano ha condannato le famiglie per non aver dato , ai propri figli, una «educazione dei sentimenti e delle emozioni ».

Occorre evidenziare, inoltre, che il giudice ha semplicemente applicato rigorosamente la legge, che prevede la responsabilità dei genitori per culpa in educando, ex art. 2048 c.c.

Per non incorrere nella responsabilità di cui all'art. 2048 c.c., la giurisprudenza costante ha sempre richiesto la dimostrazione, da parte dei genitori, di un reale impegno nell’educazione dei figli minori.

Ma va tenuto conto che, già nel 2009, la Cassazione ha chiarito, in diversi interventi, che la “gravità delle offese”, perpetrate da minori nei confronti dei loro coetanei, denotano, in ogni caso, gravi lacune nel percorso educativo.

Ma vi è di più.

Si è ravvisata la responsabilità dei genitori ancorché il minore fosse prossimo al compimento della maggiore età al momento del fatto.

Concludo, riportando un intervento della Cassazione, dal significato così chiaro e preciso, che non necessita di commenti, ma solo di concreta attuazione nella vita quotidiana :

« L’educazione è fatta non solo di parole, ma anche e soprattutto di comportamenti e di presenza accanto ai figli, a fronte di circostanze che essi possono non essere in grado di capire o di affrontare equilibratamente »(Cassazione Civile, sez. III, 28 agosto 2009, n.18804).