INVALSI

Apprendimento, divario tra Nord e Sud
sin dalle elementari

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 La Stampa 9.2.2010

MILANO
È stato presentato ieri all’Università degli Studi di Milano Bicocca lo studio dell’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione) sull’apprendimento nella scuola primaria da cui emerge una netta differenza già alle elementari tra tra Nord e Sud.
I bambini degli istituti scolastici meridionali hanno una media di risposte corrette nei test d’italiano e matematica inferiore rispetto a quella dei coetanei degli istituti delle regioni settentrionali.

Per quanto riguarda l’italiano, in seconda elementare, i bambini iscritti in un istituto del sud hanno dato una percentuale di risposte corrette inferiore del 6% rispetto a quelli che frequentano la stessa classe in un istituto del nord. In quinta il divario si riduce, ma resta attorno al 2%.

In matematica, la percentuale di risposte corrette in seconda elementare è sostanzialmente identica tra Nord e Sud ma il divario si allarga in quinta, raggiungendo il 3%.

Per quanto riguarda gli alunni stranieri, in seconda elementare la percentuale di risposte corrette ai quesiti d’italiano è inferiore del 10% rispetto alla media dei compagni, del 5,6% per la matematica. Una situazione che migliora di poco in quinta, ma il gap di apprendimento tra bimbi italiani e stranieri resta alto e si fa sentire di più al nord rispetto al sud. Un fenomeno, quest’ultimo, - si legge nella sintesi del rapporto - «probabilmente legato alla diversa numerosità di allievi italiani presenti nel nostro Paese». I dati presentati oggi si riferiscono a circa 46 mila alunni di seconda e quinta elementare, iscritti alle 1069 scuole campione distribuite su tutto il territorio nazionale.

«Il nostro Paese non può permettersi un divario così alto tra Nord e Sud già all’inizio del percorso scolastico - ha commentato Piero Cipollone, presidente Invalsi - La povertà di conoscenze si traduce poi in carriere di lavoro frammentarie, bassi salari e precarietà».

Cipollone ha evidenziato come anche nella stessa zona la variabilità dei risultati sia molto elevata, al sud come al nord. Ovvero: essere iscritti in una certa scuola elementare, piuttosto che in un’altra, nella stessa città, può essere determinante per raggiungere determinati livelli di apprendimento.

«Sono dati preoccupanti, che confermano l’esigenza d’introdurre strumenti di valutazione dei docenti e una revisione dei criteri di reclutamento, in cui abbia più peso il merito e meno la burocrazia» ha detto Valentina Aprea, deputata Pdl e presidente della Commissione Cultura alla Camera.

Per Giuseppe Fioroni, responsabile Welfare del Pd ed ex ministro dell’Istruzione, non si può prescindere dal contesto socio-economico in cui è inserito l’istituto. «Il divario tra nord e sud - ha detto - non è colpa dei docenti che sono incapaci ma del fatto che non possiamo pensare che frequentare una scuola in via Montenapoleone sia lo stesso che frequentarla a Scampia». «Non possiamo abrogare l’uguaglianza delle opportunità - ha aggiunto - perché finora la scuola italiana non è stata in grado di gestire il merito e di premiare i più capaci».