Scuole al collasso. da Mariangela Bastico, 14.2.2010 Peggiora ulteriormente la già grave situazione finanziaria delle scuole, a seguito dei tagli operati dal Governo, fino a rendere impossibile il normale funzionamento didattico, la regolarità nel pagamento degli stipendi dei supplenti, gli appalti per le pulizie e l’acquisto dei normali materiali didattici e di consumo. La legge di bilancio 2010 riduce, infatti, i già inadeguati finanziamenti del 2009 di circa 227 milioni di euro per quello che riguarda i trasferimenti dello Stato sui due cosiddetti “capitoloni” in cui si struttura il bilancio delle scuole; in particolare circa 98 milioni di euro sul capitolo per il funzionamento e circa 129 milioni sul capitolo per il personale. Le difficoltà finanziarie sono state ulteriormente aggravate dalla nota ministeriale (Prot. N. 9537 del 14 dicembre 2009), che impartisce indicazioni per la realizzazione dei programmi annuali, cioè dei bilanci che devono redigere le scuole. Più nello specifico la nota introduce un non ben definito “tasso di assenteismo medio nazionale per tipologia di scuola” per attribuire eventuali risorse aggiuntive per le supplenze; in sostanza si impedirà nei fatti la sostituzione del personale docente e non, con grave danno per il funzionamento ordinario, con il rischio di non ottenere neppure la copertura finanziaria per le supplenze lunghe, sulle quali il dirigente scolastico non ha alcuna discrezionalità. Questa norma, oggetto di una battuta che circola nelle scuole relativa alla “caccia all’insegnante giovane e sano”, ha effetti drammaticamente negativi. La nota prevede, inoltre, che l’avanzo di amministrazione non impegnato, che normalmente rappresenta un finanziamento per investimenti (ad esempio attrezzature per i laboratori o attività didattiche straordinarie), possa essere utilizzato per coprire spese di carattere corrente. Questo evidenzia la volontà del Governo di cancellare i propri debiti maturati nei confronti delle scuole, che si sono servite temporaneamente del proprio avanzo di amministrazione e dei contributi delle famiglie per coprire i mancati trasferimenti dello Stato relativi alle spese fisse ed obbligatorie, quali quelle di funzionamento, per le supplenze e per gli esami di Stato. Questi mancati trasferimenti hanno avuto inizio nel precedente Governo Berlusconi, in particolare dal 2002 al 2006, che ha ridotto i trasferimenti alle scuole del 50% e per alcune voci fino al 75%. Nei due anni del Governo Prodi (2006-2008) il Ministero ha fatto emergere l’ammontare di questo debito sommerso; ha aumentato, sulla base delle necessità reali, i trasferimenti alle scuole; ha iniziato a ripianare i debiti pregressi; ha introdotto norme innovative (quali il pagamento della Tarsu ai Comuni e delle supplenze per maternità direttamente dal Ministero), per alleggerire i bilanci delle scuole e per consentire che i fondi per l’autonomia scolastica fossero destinati, secondo la loro coerente funzione, all’attuazione del piano dell’offerta formativa (POF), alle innovazioni nella didattica, agli interventi di sostegno e di recupero scolastico. Ora, con il Ministro Gelmini, questo processo è stato immediatamente bloccato e si è realizzata una rapida e drammatica inversione di tendenza; le scuole, conseguentemente, corrono il gravissimo rischio non solo di avere trasferimenti inadeguati, ma di vedere cancellata qualsiasi possibilità di recuperare i propri crediti. La nota del 14 dicembre impone, inoltre, il taglio del 25% delle spese degli appalti per le pulizie e la manutenzione ordinaria. Norma che, intervenendo tra l’altro a metà dell’anno scolastico, rischia di produrre effetti devastanti, così come evidenziato in una circolare dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna, che invitava le scuole a far pulire le aule e i bagni un giorno sì e un giorno no. Circolare che, per la sua evidente gravità, è stata ritirata, ma non sono stati ritirati i tagli che l’hanno determinata. Temo, quindi, che, pur senza alcuna circolare scritta, le scuole si vedranno costrette a ridurre le pulizie. Anche la previsione di iscrivere in un modulo apposito i crediti che le scuole vantano nei confronti del Ministero, togliendoli così dalla parte attiva del bilancio, rende evidente l’intenzione di non procedere mai più ad alcuna restituzione. Su tutto ciò associazioni di genitori, di scuole autonome e di dirigenti scolastici stanno organizzando iniziative di protesta. Il PD è e sarà al loro fianco per rivendicare i finanziamenti adeguati per il passato e per il futuro. Personalmente presenterò un’interpellanza al Senato, pur consapevole che, come sempre, il Ministro Gelmini non darà alcuna risposta. |