Il calvario di Luca, il bimbo down la Repubblica di Roma 26.2.2010 Dovevano iscrivere il loro bambino in prima elementare. Hanno provato con cinque scuole private: tre (la Maria Ausiliatrice, la Sacro Cuore e la Scuola germanica di Roma) hanno detto no. Perché il bimbo è down. E non hanno l'insegnante, non sono organizzate, non hanno la struttura adatta. Altre due scuole - la Svizzera e la Cocchetti - a Luca (il nome è di fantasia) hanno dato un caritatevole assensus: «La prima si è dimostrata aperta e disponibile, la seconda molto più restia», racconta Vittoria, la mamma. «Alla fine abbiamo optato per la Cocchetti, frequentata dagli altri tre nostri figli: la svizzera era troppo cara». Alla Maria Ausiliatrice e alla Scuola germanica non risponde nessuno. Alla Sacro Cuore suor Anna Maria Menesello spiega di «non ricordare questo caso». Racconta Vittoria: «Abbiamo scelto la privata perché le classi sono meno numerose e, se i genitori ritardano, le suore non lasciano i bambini per strada. Ma non è stata un scelta. Piuttosto un compromesso. In quattro anni, però», continua la signora, «Luca ha cambiato quattro insegnanti di sostegno. Il primo anno abbiamo pagato noi 600 euro di sostegno al mese per 2-3 ore al giorno». Oggi non più, «ma se ho bisogno di lasciare Luca a scuola il pomeriggio devo dirlo con circa 10 giorni di anticipo: e pagare una quota supplementare di 40 euro per il pranzo e le ore di sostegno aggiuntive». |