Supervalutazione del servizio in provincia?
Il Tar dice no

da Tuttoscuola, 10.2.2010

Da tempo alcuni esponenti politici propongono una valutazione privilegiata dei docenti locali, contro l'invasione di personale scolastico proveniente da altre regioni. Una forma di protezionismo che si è fermata, per il momento, al livello di proposte e di proclami.

A Trento, però, si è deciso di passare dalle parole ai fatti.

Nel recente bando di concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici per le scuole trentine, aperto ai docenti di tutta Italia, è stata prevista una maggior valutazione del servizio prestato dai docenti nelle scuole della provincia di Trento: punti 3,3 per anno di insegnamento a Trento e punti 1,5 per anno di insegnamento prestato in altre province italiane. Anche il servizio in attività formative in strutture provinciali di Trento viene analogamente supervalutato (p. 3,3) rispetto al servizio di docente nel resto d'Italia.

Il bando prevedeva l'ammissione alle prime prove di selezione di 250 candidati, valutati anche in base ai titoli di servizio.

Una insegnante non trentina, di ruolo a Napoli, rimasta esclusa a causa del minor punteggio (con valutazione piena avrebbe avuto 18 punti in più, collocandosi entro i primi cento), ha fatto ricorso al Tar Lazio per questa sperequazione di punteggio, ottenendo ragione. Il Tar ha emesso un'ordinanza di sospensiva del bando trentino (n. 585 del 4 febbraio 2010), determinando l'ammissione con riserva delle ricorrente alle successive prove.

L'accoglimento del ricorso potrebbe dar luogo ad altri ricorsi.