Portatili ai docenti per fare didattica e non solo, partite le sperimentazioni di A.G. La Tecnica della Scuola, 18.2.2010 Gli strumenti utili alla didattica e più in generale alla gestione del lavoro a scuola saranno presto a disposizione del corpo insegnante di alcuni istituti del nord. È solo questione di tempo, di certo però il notebook è destinato a sostituire i tradizionali registri e subentrare come supporto prezioso per l'insegnamento in aula, ma anche nelle relazioni con famiglie e studenti. Sino a qualche anno fa molti docenti erano intimoriti dall’utilizzo delle nuove tecnologie. Oggi, invece, la grande maggioranza ne sono affascinati. Tanto da trasformare multimedialità, interattività ed ipertestualità in strumenti utili alla didattica e più in generale alla gestione del lavoro a scuola. Lo sanno bene le case produttrici di prodotti informatici che, consce dell’indubbia utilità delle strumentazioni digitali, fanno a gara per aggiudicarsi la prevalenza in una settore ancora tutto da “colonizzare”. Una delle aziende che sembra stia riscuotendo la fiducia degli addetti ai lavori è l’Asus, che nei giorni scorsi ha sottoscritto un accordo per fornire dei pc portatili in due diverse scuole del nord: il liceo Crespi di Busto Arsizio (Va) e l'educandato statale `agli angeli' di Verona. Tutto il corpo insegnante dei due istituti adotterà la novità tecnologica predisponendo dei metodi di insegnamento, anche in modalità wireless, decisamente orientati allo sfruttamento dei software più moderni. Un'introduzione più graduale, invece, è prevista in altri istituti: l'Itis `B. Pascal' di Cesena, il liceo Mazzini di La Spezia e il liceo Giolitti di Bra (Cn), con l'utilizzo dei mini-pc da parte dei professori per ora solo in alcune classi - sei nella scuola romagnola e otto in quella ligure, che partiranno con la sperimentazione nei prossimi giorni, e quattro in quella piemontese, dove l'utilizzo del portatile è già una realtà per il 30% dei docenti - per dar modo agli insegnanti di ed estendere poi rapidamente l'impiego del mini computer a tutto il corpo docenti. La pista della modernità sembra così ormai tracciata anche nella scuola italiana: il notebook, molto usato dai docenti di altri Paesi più avanti del nostro, è infatti destinato a sostituire i tradizionali registri e subentrare come strumento interattivo per l'insegnamento in aula, ma anche nelle relazioni con famiglie e studenti. "In particolare, l'impiego dei piccoli computer come registri personali degli insegnanti – ha fatto sapere Asus - assicura maggiore interattività tra il corpo docente, gli alunni e le loro famiglie, che potranno consultare tramite web, e quindi anche al di fuori della scuola, gli argomenti trattati durante le lezioni o, in alcuni casi, anche le valutazioni assegnate nel corso dei mesi e in generale tutta la programmazione didattica materia per materia". Grazie all'applicazione 'MasterCom', con cui i pc portatili sono ottimizzati, sarà possibile gestire anche altri aspetti legati alla didattica degli alunni, tra cui assenze, giustificazioni, pagelle, e comunicazioni scuola-famiglia attraverso pagine personali raggiungibili dai siti web delle scuole, oltre a snellire e velocizzare le procedure amministrative. Tutti gli studenti delle scuole oggetto della nuova iniziativa disporranno di un `badge', in grado di registrare, attraverso apposite postazioni di rilevamento, l'ingresso e l'uscita degli alunni, inviando queste informazioni ai registri elettronici, che verranno, quindi, aggiornati in automatico. "Questo - conclude Asus - assicura maggiore coordinamento tra i professori, anche in sede di consigli di classe e di esami. In queste occasioni, infatti, la situazione di ogni studente potrà essere facilmente consultata a video, condivisa da tutti e archiviata in formato digitale". Con una sensibile riduzione di tempi, ingombri e materiale cartaceo tradizionale. Anche il Miur, attraverso l’opera del Capo Dipartimento, Giovanni Biondi, che ha avviato da alcuni anni, prima a capo dell’ l’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, l’ex Indire, la non opera di informatizzazione degli istituti e dei docenti, si sta muovendo in questa direzione. Ed anche i corsi di formazione sulle Lim si inseriscono in questo discorso. Resta da capire solo quanto tempo potrà passare prima di vedere i mini-computer su larga scala, nella gran parte delle scuole: i più ottimisti parlano di pochi anni. Ma se la carenza di fondi dovesse perdurare chi finanzierà un progetto così ambizioso? |