Scuola
Obbligo nell'Ue, Sui banchi per legge fino 18 e 17 anni. Nei paesi 'vicini' a 16 ApCOM, 21.2.2010 Roma, 21 feb. (Apcom) - Non trova riscontro nei paesi europei più vicini all'Italia la possibilità di anticipare a 15 anni l'avvio delle esperienze formative in azienda, sostitutive a tutti gli effetti di quelle scolastiche, come previsto dal disegno di legge in materia di lavoro, già approvato alla Camera il 21 gennaio con il 'collegato lavoro' alla finanziaria, e prossimo all'approvazione definitiva a palazzo Madama. Scorrendo i dati Eurydice, in Europa il top della permanenza a scuola è costituito dalla legislazione in vigore in Ungheria, dove la scolarità obbligatoria dura 13 anni: inizia a 5 anni (ultimo anno del livello prescolare) e si conclude a 18 anni di età. Comprende un'ampia offerta di istruzione organizzata secondo modelli diversi: ciclo di base come struttura unica, oppure suddiviso in un livello primario e secondario inferiore e un livello secondario superiore che si suddivide, dopo i 16 anni, negli indirizzi di studio generale e professionale. Gli studi professionali non possono, infatti, essere intrapresi prima dei 16 anni, età fino a cui tutti gli studenti devono acquisire un'istruzione comune di base. Seguono i Paesi Bassi, dove l'istruzione obbligatoria inizia a 5 anni, dopo il primo anno di scuola primaria (Basisonderwijs) non obbligatorio, e si conclude a 17 anni di età. Successivamente copre il livello di istruzione secondaria inferiore e il primo anno, o i primi due, del livello di istruzione secondaria superiore. Un obbligo di istruzione a tempo parziale è esteso fino ai 18 anni di età. A partire dall'a.s. 2007/08 tutti i giovani olandesi fino a 18 anni di età dovranno continuare la formazione e conseguire una qualifica di base. Secondo Massimo Di Menna, segretario della Uil Scuola, l'Italia dovrebbe quindi guardare agli altri "paesi europei, dove c'è il problema di perseguire gli obiettivi di Lisbona". In effetti, nel Regno Unito, nella Spagna, in Francia, in Germania (con i cosiddetti 'Lander') ed anche nell'avanzata Finlandia il termine dell'obbligo formativo è fissato a 16 anni. "Certo - continua Di Menna - esistono percorsi di apprendimento aziendale in età di obbligo formativo, ma in tutti questi paesi sono previste forme di alternanza scuola-lavoro con momenti di frequenza in aula per le competenze di base". Mentre "la via dei percorsi integrati, in alternanza, tra istruzione, formazione lavoro, puntando sulla qualità e destinando energie e risorse in questa direzione", non sembra essere accolta, almeno fino ad oggi, nel nostro paese. "Questa scelta - conclude il sindacalista della Uil - sarebbe invece fondamentale per affrontare, senza costi finanziari, sociali ed umani, la flessibilità del mercato del lavoro, tutta imperniata sulla conoscenza e sulle tecnologie avanzate". Del medesimo parere è Domenico Pantaleo, segretario Flc-Cgil : "in tutta Europa e nel mondo - dichiara ad Apcom - si punta ad aumentare la permanenza a scuola come fattore per accrescere le conoscenze e per ridurre proprio la dispersione scolastica. Ma il nostro Paese ha deciso invece di distruggere la scuola pubblica perché ritenuta non più essenziale rispetto ad una concezione di società, di economia e di impresa tutta incentrata sull'abbassamento dei diritti e sui bassi salari e non viceversa sulla formazione, sulla ricerca e sull'innovazione". |