Lettera al ministro Gelmini Paolo Praolini Il Messaggero, 22.2.2010 Egr. Ministro Gelmini, sono qui a scrivervi per esporvi il mio pensiero sulla difficile situazione che sta attraversando la scuola italiana oggi ed i riflessi che si ripercuotono sulle famiglie italiane. Non voglio entrare nel merito della sua riforma scolastica in quanto non ho in questo momento le informazioni che mi permettono di giudicarla e tantomeno il mio ruolo di osservatore esterno me lo permetterebbe. Voglio invece attenermi esclusivamente all’argomento dei tagli di fondi effettuati verso tutti i livelli di scuola a partire da quella dell’obbligo. Avendo bambini che frequentano la scuola materna statale e la scuola elementare statale ritenevo che in una scuola dell’obbligo il mio contributo da liquidare verso l’istituzione scolastica fosse nullo. Ritenevo erroneamente che questa istituzione definita dell’obbligo dovesse garantire il materiale didattico e non didattico per lo svolgimento delle attività scolastiche quotidiane svolte con oneri a carico dello Stato al 100%. Purtroppo non è così, da un paio d’anni dalla presidenza dell’istituto comprensivo di zona ci arrivano dei bollettini di conto corrente da pagare accompagnati da una lettera del preside dal tono triste e malinconico. Il preside pressato dalle continue e mirabolanti attività di recupero dei costi dettate dall’alto, dopo i tagli giacobini da Lei programmati, ci chiede con il cuore in mano di versare somme, per garantire che le attività didattiche possano procedere ed andare avanti con regolarità. Non ci sono più i soldi per acquistare carta da fotocopie, materiale da disegno, bicchieri di carta, carta igienica, ed altro materiale per la prosecuzione regolare delle attività. Allora da buoni padri di famiglia a cui il cuore si stringe ancora quando vediamo situazioni precarie di tal fattezza, sovvenzioniamo senza pensarci due volte la scuola dei nostri figli, per garantire continuità e serenità in quello che dovrebbe essere il nido della cultura primaria e dove si mettono le basi per lo sviluppo e la crescita del nostro futuro. Purtroppo da mesi l’aria che si respira nella scuola primaria e dell’obbligo in generale è pesantissimo, i tagli perpetrati stanno ribaltandosi anche nelle tasche delle famiglie italiane, chiedendone piccoli sacrifici e contributi ‘non dovuti’. Capisco la difficilissima situazione economica delle casse dello stato e del paese in cui ’quasi’ tutti gli italiani stanno dando un pesantissimo contributo imposto dalla crisi economica , dettato dalla contrazione del lavoro, dalla cassa integrazione e quant’altro. Sì, ho detto ’quasi’ tutti gli italiani stanno dando il loro contributo, perché c’è una categoria che in barba a tutti noi che stiamo alla TV a guardare, non è stata toccata minimamente dalla crisi, e cioè quella della classe politica italiana. Questa classe politica dal 2008 (inizio della crisi economica) non ha mostrato nessuna dignità verso il popolo che lo ha eletto, non mostrando segni di partecipazione o di rinuncia ad alcuni dei privilegi e benefit che ne caratterizzano lo status di ‘politico’ fino adesso inattaccabile, neppure dalla crisi. Hanno continuato e continuano a concedersi aumenti di stipendio autonomamente concessi, auto blu ( arrivate ad oltre 200.000 unità) in aumento di anno in anno, benefit concessi senza limiti anche a familiari ed ex parlamentari, indennità di rilievo e potremmo continuare per molto ancora nella lista di quanto credono sia ‘dovuto alla politica’ ed a cui non si fa un minimo cenno di rinuncia neppure in periodi come questi, dimostrando totale indifferenza alle difficoltà della popolazione. Ma la gente sta alla finestra a guardare e queste cose le nota, non passano per niente inosservate. Oggi allora in uno stato di difficoltà dell’ intero paese Vi rivolgete con acritica ipocrisia a noi per chiedere 4 soldi di contributi per la scuola, mentre fior fior di rappresentanti politici ed istituzionali che dovrebbero mostrare segni di partecipazione e che avrebbero mezzi economici ben più sostanziosi dei nostri, continuano a fare orecchie da mercante e mostrare indifferenza inopportuna. Allora le chiedo di farsi portavoce verso quel gruppo di persone che lei rappresenta come politico e come personaggio istituzionale, e chiedere la rinuncia temporanea di qualche piccolo privilegio o benefit che ricade sulle appesantite casse dello Stato (alimentate dai soldi nostri) e magari convogliare quel denaro alla scuola oltremodo bisognosa di risorse indispensabili anche per l’acquisto della carta per fotocopie o della carta igienica.
Vista la situazione del paese, le chiediamo vivamente di farsi
partecipe di questa richiesta che credo non sia solo espressione del
mio sentimento, ma convoglia l’approvazione di una folta schiera di
italiani che ogni giorno fa onestamente il proprio dovere verso la
propria famiglia e verso la nazione. Distintamente |