Riforma della scuola La Gazzetta del Mezzogiorno, 5.2.2010 Quella di ieri è stata una giornata di impugnative e contro-impugnative tra Regione e governo nazionale. Se per energia atomica e legge elettorale è stata Roma a contestare la scelta della Basilicata, sulla riforma delle scuole superiori, annunciata dal ministro Gelmini, è la Regione ad annunciare un ricorso per «incostituzionalità». Secondo l’assessore alla cultura, Antonio Autilio (Idv), «siamo di fronte a un atto di forza nei confronti delle Regioni, rifiutando ogni confronto preventivo e annullando competenze e funzioni in materia di diritto allo studio, senza affrontare gli aspetti riferiti alla riforma del Titolo V della Costituzione. Il governo ridimensiona l’offerta formativa e culturale per i nostri ragazzi». Secondo l’assessore lucano «a prevalere è ancora una volta la linea dei tagli della spesa per l’istruzione sostenuta dal ministro Tremonti come se la formazione dei giovani fosse uno spreco, operando attraverso la penalizzazione dei saperi tecnico-scientifici e tagliando le ore di laboratorio negli istituti professionali». A parere di Autilio la differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio «finirà per favorire la dispersione scolastica che vede da tempo le Regioni in prima linea per contrastare il fenomeno. Studenti e docenti delle classi vittime dei tagli non avranno più alcuna certezza rispetto ai percorsi didattici che hanno intrapreso». Si temono anche ripercussioni dirette sulla professionalità del personale «che uscirà svilita con tantissimi insegnanti e Ata che saranno presto licenziati scaricando sulle Regioni il peso sociale dei precari». Autilio invita anche a non sottovalutare che «senza le nostre risorse in Basilicata circa 700 tra docenti e personale Ata messo fuori dalle aule e dagli istituti scolastici non avrebbe alcuna possibilità di riprendere la propria attività». La Regione Basilicata, insomma, annuncia dura opposizione da parte del coordinamento degli assessori regionali alla Cultura per rigettare «l’impostazione del Governo». La riforma del ministro Gelmini, in particolare, porta a sei i licei, tagliando i 450 indirizzi tra sperimentali e progetti assistiti: classico, scientifico, linguistico, artistico, musicale e delle scienze umane. Nel classico verrà introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio, potenziando anche l’area scientifica e matematica. |