STORIE DI PRECARI

SCELTa DI VITA.

L.I. 29.12.2010

Sono un insegnante di sostegno della scuola primaria proveniente dal Lazio e iscritto alla gae di Venezia. Gae: graduatoria ad esaurimento. È per tale motivo che nel 2007, appena laureato, ho deciso di iscrivermi in una gae di una provincia dove la disponibilità di posti era abbastanza elevata. Ho fatto la cosiddetta “scelta di vita”, dato che ero perfettamente consapevole che per alcuni anni non sarei potuto ritornare nella mia provincia.

Come me tutti gli insegnanti erano consapevoli di tale vincolo e come me avrebbero potuto compiere questo tipo di scelta! Qualcuno potrebbe dire che non tutti possono spostarsi; ci sono donne insegnanti che hanno figli dai quali è doloroso separarsi (verissimo). Ma se non hanno potuto spostarsi nel 2007, teoricamente nemmeno oggi potrebbero farlo!

Non ho difficoltà, dunque, ad ammettere che sono contrario al pettine, perché di colpo rischierei di finire in fondo alla gae e di vedere annullati i miei sacrifici: affettivi, dato che ho lasciato la mia famiglia; economici, a noi insegnanti nessuno paga l’affitto. Ci si appella al diritto della libera circolazione delle persone, ma a me non risulta che forze dell’ordine, magistrati ed altre categorie statali possano trasferirsi quando lo desiderino. E poi la continuità didattica? Ai bambini non pensa nessuno?

Io allora dico che sarebbe giusto esaurire le graduatorie in attesa di una nuova forma di reclutamento, che garantisca dopo alcuni anni di precariato un’assunzione certa (in Austria si entra in ruolo dopo cinque anni), nella propria provincia di residenza, senza costringere le persone ad allontanarsi di casa per più di mille kilometri separandosi dai propri affetti.