DIRITTO di CRONACA

Riforma Gelmini al rush finale
La Digos tratterà con gli studenti?

In questura si prova a concordare la prossima manifestazione
mentre la riforma arriva in aula. Il dilemma della fiducia

Flavia Amabile La Stampa, 20.12.2010

Un dettaglio finora è sfuggito delle ultime due manifestazioni, quella del 14 dicembre e quella del 25 novembre: non erano autorizzate. Non secondo i modi previsi dalla legge. Dalla Questura ci tengono a sottolinearlo perché la settimana che si apre oggi contiene troppe incognite e le forze dell’ordine questa volta non si faranno cogliere di sorpresa come martedì scorso in caso di violazione della zona rossa e non avranno più gli atteggiamenti di tolleranza del passato, dicono. Prima di prendere decisioni, però. il questore di Roma, Francesco Tagliente, ha chiesto al capo della Digos di avviare una trattativa con gli studenti per concordare un percorso e rispettare la necessità di preavviso voluta dalle norme.

Il contatto avverrà in tempi strettissimi ma nel frattempo gli altri tasselli di questa delicatissima situazione si andranno componendo con altrettanta fretta. Oggi gli studenti si riuniranno in assemblea per concordare le iniziative di lotta di domani e soprattutto di dopodomani, mercoledì 22. Nel frattempo al Senato intorno alle 11 di stamattina la riforma dovrebbe arrivare in aula. Il governo intende approvare in via definitva il provvedimento entro le 14 di mercoledì ma ci sono centinaia di emendamenti da esaminare, per riuscirci dovrà ricorrere ad alcuni espedienti: il contingentamento dei tempi per l’esame di ciascun emendamento e, in ultimissima analisi, la fiducia.

Se martedì scorso erano un migliaio di poliziotti e finanzieri a difendere la «zona rossa», ovvero i palazzi del potere, dal Senato alla Camera e palazzo Chigi, ora si sta pensando di inviarne almeno 2mila che dovranno muoversi in tempi più rapidi anche nei vicoli del centro storico, finora ottima via di fuga in caso di problemi. E poi si vuole allrgare l’area protetta all’intero centro storico, da piazza Barberini a piazza del Popolo, il Campidoglio, Campo de’ Fiori fino all’estremità di via Giulia. Un’altra iniziativa che si sta studiando è un oscuramento parziale delle comunicazioni in modo da rendere meno facile pe ri manifestanti restare in collegamento via sms e organizzare la protesta.

Dal canto loro gli studenti rispondono annunciando «l’assedio» proprio ai palazzi del potere. «Quel che è successo il 14 non ci ha fermato. Questo è il messaggio che vogliamo lanciare. Il nostro obiettivo saranno i palazzi del potere, la zona rossa. Sarà un assedio», dice Andrea dell’UdS, l’Unione degli Studenti. «La nostra risposta - aggiunge - dopo quella giornata sarà più forte, più amplificata. Il 22 non sarà la sola giornata di protesta».
Oggi sono in programma manifestazioni in tutte le facoltà mobilitate, per programmare le iniziative, che qualcuno annuncia «eclatanti» dei prossimi giorni. «È tutto ancora in discussione - fanno sapere gli studenti di Link Collettivo - Domani sera forse si saprà qualcosa sulle modalità che abbiamo scelto per manifestare. Riguardo a una possibile trattativa con la Questura di Roma a noi non risulta. Poi, non abbiamo ancora deciso dove andare, quindi non ha ragione di esserci».

Da tre giorni sono in sciopero della fame cinque studenti dell’Istituto italiano di studi orientali (Iso) per far parlare della protesta degli studenti. Lanciano un blog, «Abbiamo fame di cultura» e un appello: «Seguiteci, scioperate con noi». «Ci rivolgiamo ad artisti, intellettuali, giornalisti - spiega Maria, 23 anni, iscritta al primo della Magistrale -, oltre che a tutti gli studenti e i docenti delle facoltà italiane». «E chiediamo a tutti - continua - di seguire le nostre regole, fino al 22 dicembre: solo acqua e un pò di te caldo, al massimo con lo zucchero».

Riprenderà stamattina l’esame della riforma dell’Università. Innanzitutto dovrà superare le pregiudiziali di incostituzionalità che verranno sollevate dal Pd, forse anche dall’Udc. «Stiamo portando avanti una riforma che viola la Costituzione e all’art. 81 istituisce un Fondo per il merito ma senza copertura finanziaria», precisa Mariangela Bastico del Pd. Dalle unidici in poi l’esame degli emendamenti nell’aula del Senato, 500 da Pd e Idv. «Nessun ostruzionismo, solo modifiche di sostanza per tentare di migliorare almeno un po’ questo testo», aggiunge Mariangela Bastico. Il governo vuole chiudere entro le 14 di mercoledì. Può farcela solo ricorrendo ad alcune regole come il contingentamento dei tempi, in ultima analisi la fiducia.