Nuove classi di concorso.
Riserve del CNPI

da Tuttoscuola, 6.12.2010

La messa a regime della riforma delle superiori subisce un ritardo riguardo all’armonizzazione delle classi di concorso con le nuove discipline di insegnamento.

Il CNPI si è espresso nei giorni scorsi sul Regolamento ministeriale per le nuove classi di concorso previste per la scuola secondaria riformata e ha avanzato una serie di riserve, estendendo le sue considerazioni anche alla ventilata ipotesi di inserire nel provvedimento anche le disposizioni in materia di anagrafe dei docenti.

Il Cnpi ha rilevato, in via preliminare, che il Regolamento “mostra chiari limiti circa le politiche per la formazione in quanto non solo non ridefinisce i titoli di accesso agli insegnamenti in considerazione dell’emanando regolamento sulla formazione iniziale, ma glissa anche in materia di formazione in servizio”.

Il provvedimento, secondo il Consiglio nazionale, appare alquanto approssimativo, “ma anche evasivo, se non addirittura elusivo, in ordine al rapporto che si ritiene debba invece essere assicurato tra insegnamenti, titoli di accesso e formazione delle cattedre”.

Secondo il Cnpi, “venuto meno ogni riferimento alla composizione delle cattedre, le confluenze e gli accorpamenti previsti appaiono alquanto sprovvisti delle garanzie di una stabile e certa loro efficacia, così come il mancato raccordo tra titoli di accesso, abilitazioni e materie di insegnamento rischia non solo di mettere a dura prova la professionalità dei docenti, ma pare destinata a generare equivoci e disorientamento all’atto della definizione degli organici”.

Il CNPI chiede, quindi un’integrazione delle norme regolamentari e propone, di conseguenza, di rinviare all’anno scolastico 2012/13 l’applicazione delle nuove classi di concorso.

Per quanto riguarda, invece, la ventilata previsione di introdurre nel testo del provvedimento una norma relativa all’anagrafe dei docenti, il CNPI “evidenzia innanzitutto che una sua eventuale collocazione nel Regolamento in esame non troverebbe alcuna espressione di legittimità. Esprime, inoltre, la sua contrarietà circa una eventuale introduzione di detta anagrafe, se destinata ad un utilizzo in contesti esterni all’Amministrazione, anche in altri provvedimenti.”