università
Pochi fondi e precariato
le ragioni della protesta
Il 66% degli universitari e il 75% dei liceali
approva le manifestazioni. Negli atenei solo una minoranza (il 3%)
sottolinea la scarsa qualità dei docenti
Luigi Ceccarini la
Repubblica 6.12.2010
La scuola, l´Università e la riforma Gelmini sono oggi temi al
centro dell´attenzione (e della preoccupazione) degli studenti. Sono
loro che hanno vissuto e subito le politiche di riforma
dell´istruzione degli ultimi anni. Quando guardano al decennio
passato – e ai continui interventi sui corsi di laurea nelle
università o, nella scuola primaria, sul tempo pieno, sui maestri
unici o prevalenti, sull´insegnamento della geografia e sui
grembiuli – vedono un sostanziale peggioramento del sistema. E se
guardano al futuro non ritengono che la situazione sarà migliore.
Sono particolarmente arrabbiati e per questo si sono mobilitati,
anche con occupazioni di grande impatto mediatico: sui tetti delle
facoltà e sui monumenti nazionali di mezza Italia. Gli studenti e le
famiglie con studenti, che vivono quotidianamente l´esperienza
dell´istruzione pubblica, sono i più critici.
È quanto emerge dall´ultima indagine Demos-Coop, che si è
concentrata sul tema proprio nei giorni in cui la riforma è in corso
di approvazione in Parlamento. Il primo problema degli atenei,
secondo gli studenti universitari, è il collegamento con il mondo
del lavoro (38%, +16 punti percentuali rispetto alla media). Aspetto
non da poco quando la precarietà e l´incertezza fanno da sfondo al
presente e da prospettiva al futuro. La scarsa qualità dei docenti
viene sottolineata solo da una minoranza degli universitari (3%).
Anche se quasi nove su dieci ritengono che i professori andrebbero
valutati e i migliori premiati. L´indagine fa osservare che il 66%
degli universitari e il 75% dei liceali si ritiene d´accordo con la
protesta, ben più di quanto si registra tra gli italiani (55%). Le
occupazioni piacciono di più ai liceali (74%) e meno agli
universitari (46%). La protesta invece per la mancanza di fondi
destinati alla ricerca è ampiamente condivisa: 90% degli
universitari, 84% dei liceali e 81% dei cittadini. I liceali,
nell´85% dei casi, ritengono che la scuola sia peggiorata
nell´ultimo decennio, ben più di quanto si registra tra gli
universitari (60%) o nella popolazione (69%). Sono più critici verso
la scuola, anche perché la conoscono, visto che la stanno
attualmente frequentando. Per quanto riguarda l´università si
osserva un comune sentire tra studenti e cittadini. In sei casi su
dieci ritengono che l´accademia negli ultimi dieci anni abbia
vissuto una fase di declino. Tuttavia, anche la riforma, agli occhi
degli studenti e delle loro famiglie, non porterà a miglioramenti
nel sistema dell´istruzione. Infatti, il 70% dei liceali ritiene che
la scuola peggiorerà. Il 73% degli universitari lo pensa per gli
atenei. Anche il 60% dei genitori degli studenti la vede in questo
modo, sia per la scuola che per l´università.