“Manifesto dei 500”.

Lettera agli insegnanti
sulla sperimentazione del "Merito"

dicembre 2010

Ai colleghi di Napoli, Siracusa e Pisa
coinvolti nella sperimentazione sul presunto “merito” del ministro Gelmini

A tutti gli insegnanti del Paese

A tutte le persone interessate alla difesa della scuola pubblica



Cari colleghi, cari amici,

oggi, 16 dicembre 2010, ci siamo riuniti a Torino da diverse scuole della città e della provincia per fare il punto della situazione della battaglia contro la sperimentazione sul presunto “merito” che sta coinvolgendo le nostre città.

Un dato emerge senza alcun dubbio: il vero e proprio rigetto di tutta la categoria nei confronti di questa iniziativa che, oltre ad essere di bassissimo livello, è una vera e propria provocazione nei confronti degli insegnanti e più in generale della scuola pubblica e della libera cultura.

Nella nostra città sono decine e decine le scuole che hanno già votato per il NO a questa sperimentazione, quasi sempre all'unanimità. Sappiamo che anche a Napoli sta avvenendo la stessa cosa e questo rappresenta certamente un risultato importante, uno smacco per il ministro e per quanti, in un modo o nell'altro, lo avevano sostenuto.

La nostra categoria, attaccata dalla propaganda del governo che ha l'unico obiettivo di screditarla, metterla in difficoltà, dividerla, schierarla contro l'opinione pubblica per demolire la scuola statale, sta dimostrando in questi giorni una compattezza e una coscienza che forse molti non si aspettavano. A dieci anni dal “concorsone” del ministro Berlinguer, tutte le forze sono ancora intatte, tutti i tentativi di corromperci sono per il momento andati a vuoto.

Il ministero e i suoi esperti hanno fatto male i loro conti: pensate che a Torino, nel timore che non si arrivi nemmeno a 20 scuole (quando nei progetti queste 20 scuole dovevano essere “sorteggiate” tra le aspiranti), il MIUR è stato costretto ad allargare a scuole della provincia la possibilità di aderire, arrivando a dire che riceveva molte richieste! Ci vuole coraggio a dirlo, quando in realtà in città il NO prevale quasi all'unanimità anche in scuole dove si temeva il successo del sì!

La pagina cittadina de “la Repubblica” ha pubblicato qualche giorno fa un articolo che spiegava: “Di solito si dice “pecunia non olet”, il denaro non puzza. Ma per i docenti torinesi non è stato così”. Esatto! Come abbiamo scritto fin dal primo giorno, questo denaro rappresenta davvero il tentativo di coinvolgere un pugno di insegnanti nella distruzione della scuola pubblica, per di più sulla testa dei precari che hanno perso il lavoro, delle famiglie e dei docenti danneggiati.

Ma la risposta della nostra categoria è stata chiara. Torino e Napoli, il nord e il sud, dovevano diventare per il ministro il cuneo su cui far leva per distruggere l'unità della categoria: sono invece l'emblema dell'unità della scuola della Repubblica e del nostro Paese che vogliamo difendere.

Questo è lo scenario generale che ci conforta. Nella nostra assemblea di ieri abbiamo però riflettuto ancora una volta sull'esigenza di battersi non solo nei collegi docenti, ma affinché tutta la sperimentazione venga ritirata definitivamente. Cosa succederebbe, infatti, se anche solo pochi collegi docenti aderissero? Questo elemento verrebbe poi utilizzato dal ministero per aprire una fessura su cui in futuro il MIUR e i governi potrebbero far leva per distruggere il contratto nazionale, gli scatti di anzianità, la libertà d'insegnamento, il carattere statale della scuola pubblica. In fondo, altre esperienze ci insegnano come da alcuni anni il MIUR proceda proprio attraverso piccoli passi che coinvolgono poche scuole, per insinuarsi e scardinare l'intero sistema.

E' per questo che noi ci siamo mobilitati fin dall'inizio affinché più collegi docenti possibile, più assemblee sindacali possibile, si esprimessero non solo per il NO, ma anche per il ritiro della sperimentazione e oggi registriamo che molti lo hanno fatto.

Vi segnaliamo che alcuni iscritti hanno indirizzato lettere ai dirigenti dei loro sindacati per chiedere che assumessero una posizione precisa per il ritiro e si battessero di conseguenza.

Nella nostra ultima assemblea è inoltre emersa un'esigenza: andare a fondo delle argomentazioni, darci gli strumenti per rispondere a tutte le questioni che il problema “valutazione” degli insegnanti porta con sè, anche come strumento di mobilitazione per l'abrogazione della legge Brunetta. Come primo contributo vi giriamo il nostro “Domande e Risposte” redatto a novembre. A gennaio avvieremo un gruppo di studio su questi temi.

Con questa lettera vorremmo stabilire con voi, con i singoli, con le scuole, con i gruppi che risponderanno, un dialogo, perché pensiamo che la migliore risposta a chi ha voluto – e certamente vuole ancora - tentare questa operazione sia quella di unirsi, stabilire contatti, costruire solidarietà.

Oggi siamo coinvolti noi di Torino, Napoli, Siracusa, Pisa, ma domani potrebbero esserlo tutte le scuole e tutte le città.

Forse il MIUR e il governo hanno fatto davvero male i loro conti: sta a noi rovesciare i loro progetti – come stiamo facendo – e far diventare questo tentativo di divisione un'occasione di unità e di orgoglio di tutta la categoria, per difendere insieme la scuola pubblica.

Nello spirito che ha sempre animato il “Manifesto dei 500” di portare un contributo a questa mobilitazione, vi salutiamo mentre ci arriva la notizia di nuovi collegi docenti che votano per il NO.



Il gruppo organizzativo del “Manifesto dei 500”, Torino, 17 dicembre 2010



Il “NO ai trenta denari della Gelmini. Domande-Risposte sulla sperimentazione” si può scaricare dal sito del “Manifesto dei 500”, alla data del 23 novembre