Università, l’approvazione finale di A.G. La Tecnica della Scuola, 17.12.2010 Gli scontri nel centro di Roma non hanno avuto alcuna influenza. Dopo la fiducia del Governo, il ministro torna a chiedere l'espressione del Senato a breve. E viene accontentato. Il Pd continua a sostenere che mancano fondi adeguati e promette con l’Idv di dare battaglia in Aula. Ma ormai i giochi sono fatti.
La riforma universitaria approderà nell’aula del Senato lunedì 20
dicembre, con voto finale previsto due giorni dopo. Come previsto, a
poco sono serviti i violenti scontri del 14 nel centro di Roma, al
termine del quale si sono contati un centinaio di feriti tra
manifestanti e forze dell’ordine, oltre che alcuni milioni di euro
di danni. Come a poco serviranno gli oltre 500 emendamenti
presentati dall’opposizione: dopo che il ministro Gelmini ha chiesto
una "pronta approvazione del provvedimento", la commissione
Istruzione di palazzo Madama ha deciso di interrompere l'esame del
testo di riforma. Il provvedimento approderà quindi al Senato senza
il mandato al relatore. A questo punto, anche se Pd e Idv promettono
che in quella seda “proseguirà la forte critica alla riforma”, le
probabilità che il testo composto da 25 articoli (modificati in 55
parti nella seconda tornata d’esame alla Camera) diventi legge dello
Stato sono altissime. Dal canto suo il sottosegretario all'Istruzione Giuseppe Pizza ha chiarito che la riforma "è utile per il Paese e il Governo dirà no a tutti gli emendamenti" anche al fine di consentire l'approvazione del ddl prima di Natale. "Anche perché – ha aggiunto - ha bisogno dei decreti attuativi per operare le razionalizzazioni necessarie". Quanto alla povertà di fondi assegnati a una riforma così radicale, contestata dalle opposizioni, il sottosegretario ha specificato che "le risorse ci saranno: il Governo ha fatto il possibile". Il calendario d'aula, approvato a maggioranza dopo che la capigruppo non aveva trovato l’accordo, prevede l'approvazione della riforma entro la mattinata di mercoledì 22 dicembre. Anche se con toni minori rispetto alle ultime date “calde”, anche il ritorno del ddl a Palazzo Madama dovrebbero riprendere tra le proteste: mentre diverse associazioni studentesche hanno preso le distanze dagli atteggiamenti violenti, i collettivi universitari del network 'Atenei in rivolta', ispiratori della manifestazione del 14 dicembre, hanno promesso di tornare a mobilitarsi perchè "nonostante la certa approvazione del ddl Gelmini, la posta in palio per gli studenti è molto più alta". Gli scontri e le violenze, hanno sostenuto che sarebbero "la diretta conseguenza dell'atteggiamento del Governo che ha deciso di passare sopra ogni istanza e spinta proveniente dai movimenti e di tutte le componenti sociali in piazza il 14 dicembre, comprandosi letteralmente la possibilità di continuare a governare questo paese". Proteste sono in programma anche da parte di una ventina di sindacati e associazioni di docenti e ricercatori, che hanno proclamato per martedì 21 "una giornata nazionale di mobilitazione in tutti gli atenei". |