Il comma 23 e le sperimentazioni della valutazione di Osvaldo Roman da ScuolaOggi 7.12.2010 Il comma 23 dell’articolo 9 della legge 122/2010 prevede la soppressione permanente di tre anni della carriera economica di un milione di appartenenti al personale della scuola. Di questo non vi é dubbio alcuno perché il testo è assai esplicito al riguardo. Infatti la relazione tecnica del governo calcolava al 2050 un risparmio di 18,720 miliardi di euro. Circa 18 mila euro in media per ogni dipendente, ma c’è chi, a causa di tale provvedimento, ne potrebbe perdere assai di più. Con le modifiche apportate in sede di conversione del Decreto si è stabilito che nel triennio 2010-2012 il suddetto personale continuerà a percepire il corrispettivo economico degli avanzamenti di carriera maturati utilizzando allo scopo una parte di quel 30% di risparmi realizzati con le riduzioni di organico effettuate in virtù della legge 133/08 (Riforma Gelmini della scuola). Le modifiche apportate non incidono sui risparmi inizialmente previsti come testimonia la firma del Ragioniere dello Stato in calce alla relazione tecnica che le ha accompagnate. Ciò risulterà confermato anche quando sarà reso noto, probabilmente solo dopo le prossime elezioni politiche, il testo ufficiale del Decreto Interministeriale che ha disposto l’impiego di tali risorse per l’anno scolastico in corso. Con ogni evidenza tale operazione è collegata alla scelta, più volte enunciata dagli esponenti governativi e in particolare dal Ministro Gelmini, di eliminare dalla progressione di carriera del personale della scuola il fattore dell’anzianità di servizio per sostituirlo con quello del merito. E’ un dato di fatto che ogni futura trattativa in materia è destinata a prendere le mosse dalla situazione che tale disposizione ha determinato. Questa intenzione è stata ribadita più volte dal ministro Gelmini ma non si è mai compreso con quali prospettive il governo in carica possa offrire ad un milione di dipendenti, collocati per contratto a tempo indeterminato, in livelli retributivi che garantiscono in 35 anni di servizio, dopo sette, scatti di anzianità, un aumento superiore al 50% dello stipendio iniziale, una contropartita retributiva che riguarderebbe tra loro solo quelli che se la meritano, assegnata in aggiunta agli stipendi in godimento al momento dell’ eliminazione della carriera per anzianità! Anche i sindacati che si sono dimostrati più disponibili a verificare tale percorso hanno dichiarato che l’anzianità di servizio non potrà essere totalmente eliminata e che tutta la materia dovrà essere oggetto di contrattazione sindacale. Quello che risulta francamente incomprensibile e sorprendente é che tali sindacati non abbiano voluto riconoscere quello che è avvenuto con l’approvazione del comma 23. Ne consegue che su tutta la materia degli scatti di anzianità domini una grande incertezza e si manifesti una contraddizione che tutte le parti in causa dovrebbero chiarire in maniera netta e definitiva. E’ opportuno ricordare che l’art. 64,comma 6 della legge 133/08 stabilisce che le economie conseguenti ai tagli dell’organico del personale ammontino a 456 milioni per il 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.
Il comma 9 del suddetto
articolo prevede che a decorrere dall'anno 2010, con riferimento ai
risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico, una quota parte
delle economie di spesa é destinata, nella misura del 30 per cento,
ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative
dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della
carriera del personale della Scuola.
La stessa relazione con riferimento alla conseguenti economie prevedeva:
Con riferimento agli anni finanziari:
I tagli previsti dai Decreti interministeriali sugli organici (quelli relativi ai docenti non sono mai stati pubblicati sulla G.U.) confermano le previsioni indicate all’art.64. Però, secondo indiscrezioni fatte circolare in ambienti ministeriali, le risorse da destinare al 30% per l’anno finanziario 2010 non sarebbero pari ai 410 milioni, previsti dalla relazione tecnica e inseriti nel bilancio 2010, ma una somma pari a 351 milioni di cui 320 destinati a compensare il taglio degli scatti relativi all’anno scolastico 2010-11 e 31 milioni riservati a vari interventi tra cui quelli relativi alle sperimentazioni sulla premialità delle valutazioni. Per questi ultimi, secondo i parametri indicati nei progetti sperimentali, dovrebbero essere destinati poco più di 5 milioni di euro. I conti non tornano perché mancano 59 milioni e si dice che risultino assorbiti dall’ applicazione della norma di salvaguardia. Si tratta di un’assoluta e poco credibile novità, gestita peraltro extrabilancio, perché i dati del bilancio 2009 così come quelli del 2010 e del 2011 non recano traccia di tale evenienza in quanto presentano riduzioni reali di spesa molto superiori a quelle preventivate. Il Ministro, perseguendo una strategia che collega le sperimentazioni sulla valutazione dei docenti e delle scuole a quella dell’abolizione della carriera economica per anzianità, ha presentato due progetti sperimentali, l'uno sul merito professionale dei docenti, l'altro sulla valutazione delle scuole. I progetti sono frutto del lavoro del comitato tecnico scientifico nominato alcuni mesi fa e di cui fanno parte, non si comprende bene a quale titolo, rappresentanti della Fondazione Agnelli, Fondazione San Paolo e Treelle. Si tratta di due progetti che premiano rispettivamente le scuole (poche) e gli insegnanti (pochi) di due province.
IL PROGETTO PER LE SCUOLE DOVE
Nelle Scuole medie di
due città campione, Pisa e Siracusa, partendo dalle prime classi
dell’a.s. 2010-2011. Pisa con 33 istituti comprensivi e Siracusa con
59 istituti comprensivi. In totale 92 scuole
Tutte quelle che
aderiscono.
La valutazione esterna è
svolta da un team di osservatori: un ispettore scolastico e due
esperti indipendenti.
Si valutano due profili:
Si formulano due
graduatorie distinte, una relativa agli apprendimenti, l’altra
relativa alle verifiche esterne. . Alla graduatoria integrata
formulata da parte di una Commissione regionale si arriva con
criteri decisi dal Ministero. Al 25% delle scuole si eroga al
termine del triennio la somma massima di 70.000 euro da ripartire
tra il personale docente effettivamente presente nella scuola nel
periodo di sperimentazione. Se aderiscono tutte, le premiate
sarebbero 92*25%= 23 scuole. Il premio per scuola è di 70.000 euro.
La spesa è di 1.610.000 euro (se si considera tutto il triennio) di
4.830.000 euro (se il premio è annuale)
La relazione sul
monitoraggio finale sull'andamento di questo progetto è stata
affidata alla Fondazione Giovanni Agnelli
Individuare un modello
di valutazione, migliorare i risultati della didattica. E mettere a
punto protocolli di misurazione e valutazione sul campo. Chi decide l’adesione? Perché gli esperti indipendenti non sono nominati dalle cattedre di Pedagogia delle Università dei rispettivi capoluoghi di regione? Il personale ATA, paga con il taglio degli organici ma è singolarmente escluso da ogni beneficio.
IL PROGETTO PER I DOCENTI DOVE:
Nelle scuole di due
città campione Napoli e Torino Nel 2010-11. Le scuole sono
sorteggiate tra quelle che manifestano un’adesione al progetto Il
collegio di ogni scuola sorteggiata delibera l’adesione al progetto.
In 20 scuole I docenti
aderiscono volontariamente
La valutazione terrà
conto
La valutazione terrà
conto
Ai docenti meritevoli,
nella misura massima del 15-20%, verranno assegnati premi
individuali pari a una mensilità
Monitoraggio finale del
progetto due fondazioni, quella di San Paolo e la Treelle
Individuare un modello
di valutazione premiale Stimolare l’autovalutazione Predisporre
metodi validi per un sistema di promozioni per una riforma delle
carriere Chi decide di aderire al sorteggio? Il Preside? Che fine fa il comitato di valutazione? Viene integrato o viene sostituito? Perché le Università non sono coinvolte e si coinvolgono solo enti confindustriali e bancari? L’adesione a tale sperimentazione non può essere considerata come un’adesione più o meno esplicita ad una riforma delle carriere che non valuti anche l’anzianità. Ogni scuola chiamata decidere sull’adesione a tali sperimentazione dovrebbe motivare esplicitamente il proprio rifiuto di tale prospettiva. In definitiva e in sintesi secondo le intenzioni ministeriali il primo progetto “testerà le scuole, attraverso il valore aggiunto nei livelli di apprendimento degli studenti. La valutazione riguarderà i risultati alle prove Invalsi, ed è svolta da un team di osservatori: un ispettore scolastico e due esperti indipendenti. La sperimentazione coinvolgerà le scuole medie di Pisa e Siracusa. Alle migliori, il 15%, sarà assegnato un premio massimo di 70 mila euro annuo. L'istituto provvederà poi a distribuirlo al suo interno tra gli insegnanti. La relazione finale sull'andamento di questo progetto è stata affidata alla Fondazione Giovanni Agnelli.” Il secondo progetto. “Valuterà la bravura dei singoli prof attraverso un nucleo composto dal preside e da due insegnanti eletti, con voto segreto, dal collegio dei docenti. La valutazione terrà conto del curriculum vitae dell'insegnante, del documento di autovalutazione dello stesso e delle indagini svolte presso genitori e studenti per capire la reputazione che il candidato ha presso l'utenza. Ad occuparsi del monitoraggio finale del progetto due fondazioni, quella di San Paolo e la Treelle. Ai docenti meritevoli, nella misura massima del 15-20%, verranno assegnati premi individuali pari a una mensilità. La sperimentazione riguarderà 20 scuole di due città campione: Napoli e Torino. I risultati saranno pubblicati nell'albo dei singoli istituti.” Poiché questo governo di autentici reazionari, come hanno dimostrato i vari Gelmini, Brunetta, e Sacconi, con i loro attacchi e manomissioni ai diritti fondamentali di libertà sanciti dalla Costituzione, non ha certamente a cuore il miglioramento della qualità della scuola pubblica, sarebbe a mio parere errato non partecipare “criticamente” a tali iniziative sperimentali. Infatti mi sembra che, una volta ribadito il proprio rifiuto all’eliminazione anche parziale dell’anzianità di servizio nella progressione di carriera, sarebbe sconveniente lasciar sperimentare a lorsignori un loro recondito desiderio: quello di premiare solo i loro fedeli sudditi e ammiratori. |