INDAGINE CONDOTTA DA EURISPES E TELEFONO AZZURRO

Bullismo a scuola per 1 bimbo su 3

Le più colpite sono le bambine. Più del 10%
sostiene il bullo in maniera diretta o indiretta

 La Stampa, 16.12.2010

ROMA
Il bullismo è un fenomeno che si manifesta prevalentemente nell’ambito scolastico. È qui, infatti, che bambini e ragazzi più prepotenti possono facilmente individuare i soggetti sui quali riversare le proprie azioni. I dati testimoniano che nelle scuole italiane una percentuale consistente di bambini ha assistito in prima persona a episodi di questo genere (39,1%). Da un’indagine condotta da Eurispes e Telefono Azzurro, risulta che la maggior parte dei bambini, nell’ultimo anno, è stata oggetto di offese immotivate da parte di uno o più compagni di scuola (27,8%) o, nel 27,4% dei casi, di provocazioni e prese in giro. Particolarmente elevata è, inoltre, la percentuale di quanti hanno dovuto sopportare la diffusione di informazioni false sul proprio conto (20,4%) e l’esclusione dal gruppo dei pari (15,2%).

Nella lista di soprusi che spesso i bambini mettono in atto tra loro compaiono, con un valore pari al 16,8%, le azioni volte a provocare danni a oggetti e le minacce (11,4%), oltre alle percosse (7,8%). Infine, tra i comportamenti prepotenti si dimostrano ancora in auge i furti di merendine (9%) e di denaro (4,9%). La ripartizione del dato in funzione del genere di appartenenza mette in evidenza che le bambine subiscono, più frequentemente dei compagni dell’altro sesso, offese immotivate (30,4% verso 25,1%).

Sensibile è anche la differenza percentuale che esiste tra i due sessi per quanto riguarda la diffusione di notizie diffamanti o di cattiverie. A esserne maggiormente vittima sono le bambine (22% contro il 18,6% dei compagni), che vengono anche più frequentemente escluse dal gruppo di appartenenza (17,3% versi 13,1%). I bambini, invece, sembrano subire più spesso delle compagne il danneggiamento di oggetti (18,9% contro 14,8%) e le minacce da parte dei più prepotenti (12,2% contro 10,6%).

Di fronte alle sopraffazioni perpetrate da compagni più prepotenti ai danni dei più deboli, il 30,3% ha avvertito dentro di sé un forte senso di rabbia, dettato probabilmente dalla voglia quasi inconsapevole di difendere il compagno vittima dei soprusi. Per contro, in molti dichiarano di aver avuto paura (25,7%). Particolarmente alta è anche la percentuale di coloro che hanno manifestato un sentimento di pena per colui che era oggetto delle prepotenze (19,7%).

È però da non sottovalutare il dato per cui più del 10% del campione, assistendo a situazioni di bullismo, prova emozioni che portano a sostenere il bullo in maniera più o meno diretta: dall’indifferenza (3,4%) al divertimento (3,1%), fino a sentimenti di ammirazione e invidia per colui che gioca la parte del più forte (rispettivamente l’1,7% e il 2,7%).

Ai bambini è stato chiesto, infine, di indicare in base alla loro esperienza e alle loro opinioni personali verso quali soggetti i bulli indirizzano più frequentemente le prepotenze. È dunque emerso che è altamente probabile che a diventare vittima di episodi di bullismo siano quei bambini che non sono in grado di difendersi (30,4%). Inoltre, per il 13,4% del campione, andare bene a scuola è un motivo valido per attirare le attenzioni dei compagni più aggressivi.

Talvolta, secondo l’opinione rilevata tra i piccoli, anche avere un difetto fisico, più o meno grave, può far diventare un bambino un soggetto “debole” (6,7%). Allo stesso modo, essere stranieri può influire sulle mire di arroganza e prevaricazione che muovono il comportamento del bullo (6,3%). Agli occhi di una parte più esigua del campione, seguire o meno la moda nel vestire può essere un altro dei motivi per cui uno o più compagni più forti decidono di infierire sulle vittime prescelte (4,6%), così come per il 3,2% degli intervistati i bulli se la prendono con chi ha delle ambiguità di comportamento legate all’identità sessuale.