Marocchina fa lezione di musica coi tappi,
per il padre è un’arte impura

di A.G. La Tecnica della Scuola, 10.12.2010

È accaduto a Reggello, in provincia di Firenze, a seguito della decisione dei docenti di rispettare la decisione del padre islamico della ragazza. Api e Pdl chiedono spiegazioni al ministro Gelmini: perché la dirigenza non ha fatto prevalere il dovere di educazione? Non andava chiamata l’assistente sociale?

Da oltre un anno una studentessa 15enne marocchina di Reggello, in provincia di Firenze, seguirebbe le lezioni di musica di scuola media con i tappi alle orecchie perchè il padre Omar, marocchino di fede islamica, considera la musica impura e gli insegnanti hanno escogitato questa originale strategia per permetterle di rimanere in classe durante le lezioni di educazione musicale. In base al racconto, riportato il 9 dicembre su un quotidiano nazionale, a un certo punto, però, il padre ha deciso di non mandare più a scuola la ragazza, proprio in corrispondenza delle esercitazioni musicali. E a causa delle troppe assenze, la studentessa venne bocciata. La preside segnalò il caso al sindaco e ai carabinieri.

Il caso è divenuto anche argomento politico: il leader dell'Api, Francesco Rutelli, ha presentato una interrogazione urgente al ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini. "Se tali fatti venissero confermati – ha detto il leader di Alleanza per l`Italia - ci troveremmo di fronte ad un caso di palese violazione della nostra Costituzione, e dei diritti umani fondamentali di questa giovane studentessa; ad una equivoca interpretazione dei principi di tolleranza e dei valori di accoglienza; ad una rinuncia intollerabile dei doveri di educazione che spettano alla scuola italiana".

"Il pluralismo è a fondamento della cultura italiana, e in nessun modo lo si può intendere come divieto ad accedere alla cultura, o alla musica, o alle arti", osserva Rutelli, che nella sua interrogazione chiede al ministro Gelmini "quali provvedimenti intenda assumere per porre fine a tale situazione di fondamentalismo anti-educativo, incompatibile con la democrazia" e "quali misure intenda prendere rispetto alla prolungata accettazione da parte delle strutture scolastiche territoriali di una simile paradossale, incivile ed illecita situazione".

Anche Souad Sbai, deputata del Pdl, sostiene che "i dirigenti della scuola dovevano chiamare subito l'assistente sociale e non tollerare una situazione del genere: se fosse accaduto a un bimbo italiano non si sarebbero comportati così. Siccome si tratta di stranieri hanno cercato di tollerare l`episodio. La musica è parte integrante della cultura marocchina. Si tratta ancora una volta di un intollerabile atto figlio di un`ignoranza che genera mostri".

In una conferenza stampa il 15 dicembre alla Camera dei Deputati, ha annunciato Sbai, verranno avanzate "richieste ben precise al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e a quello della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini". Sarà presente anche il medico toscano Costantino Ciari, che per primo ha denunciato alla stampa locale la situazione che si era venuta a creare in quella scuola, e due legali.