Insegnante, impiegato, truppa Cosimo De Nitto da Aetnascuola.it, 26.4.2010
Il titolo non
vuole essere una provocazione da parte di chi scrive, ma certo, così
accostate queste categorie richiamano una riflessione vagamente
triste e malinconica della condizione dei docenti nel nostro paese e
del modo in cui essi sono considerati. Si tratta di una citazione
riportata fedelmente, e se non fosse altissima la fonte da cui
proviene, non sarebbe nemmeno degna di considerazione.
Messa così
l'insegnante viene, allora, considerato nella sua funzione alla
stessa stregua dell'impiegato e della truppa.
I
bambini/ragazzi/giovani non sono pratiche burocratiche da evadere,
timbri e protocolli da apporre e svolgere, la loro mente non è
costituita da faldoni da riempire con fogli e documenti
appositamente firmati e protocollati, le loro coscienze si formano
con processi molto complicati che non assomigliano minimamente alle
routine sequenziali e lineari di chi svolge un lavoro burocratico e
dialoga soprattutto con le carte. Anche quando l'impiegato svolge
lavoro di sportello, il suo dialogo con l'utenza è sempre
funzionale, mai intenzionalmente formativo, educativo e il lavoro
dell'insegnante, stando al dettato costituzionale, non è mai
puramente esecutivo, anche se non manca chi lo vorrebbe tale. Il
fascismo, per esempio, lo ha voluto tale. Ma ha voluto anche
considerare gli insegnanti come dei soldati del duce e del PNF, al
quale obbligavano l'iscrizione e la fedeltà, al pari, appunto della
truppa. "Definita nel 1568 come "qualsiasi organico di forza militare", la parola "truppa" arriva dal francese troupe, dove assume significato militare verso la fine del 1400. Dal francone "thorp", villaggio, insieme di persone, branco, venne ripresa dal latino con "troppus", gregge. ". (Dal sito dell'Esercito Italiano). Ecco, appunto, gregge; mai l'etimo ha tanto aiutato a cogliere il significato profondo del lemma in tutte le sue sfumature, ivi compreso quello di un insieme di persone che, come un'unica entità, ha solo un compito, quello di eseguire gli ordini dall'alto. E che c'azzecca l'insegnante con il soldato? Se si capiscono bene i motivi e le necessità funzionali che danno luogo alla formazione della truppa, che, per rispondere alla sua mission, deve essere così, non si capisce quali motivi mai possano in qualche modo anche solo accostare il ruolo dell'insegnante a quello del soldato. Sarebbe far torto all'intelligenza di chi legge elencare i motivi che vedono queste due figure completamente opposte tra loro. Uno solo per tutti: l'insegnante educa al pensiero critico e divergente, base dell'autonomia della persona e del cittadino. Il soldato deve solo obbedire in modo conforme agli altri, come un solo uomo senza identità e senza personalità.
A questo punto
qualcuno dirà che magari è nei sogni e nelle aspirazioni non tanto
segrete di questo governo trasformare i docenti in impiegati prima e
in soldati poi. E' la stessa cosa essere figlio di insegnante, impiegato, truppa? Questo mescolone non dice niente, nè del retroterra affettivo e culturale degli alunni, né dell'effettivo stato socio-culturale dei genitori. Resta il risentimento per aver messo sullo stesso piano categorie sociali, ruoli e funzioni molto diversi tra loro. E resta l'amarezza che a non aver ancora capito il ruolo degli insegnanti non è gente comune e ignorante, ma il Ministero della Istruzione ormai sempre meno Pubblica. |