L'intervento

Gli stranieri in classe

 Pasquale Almirante La Sicilia, 18.4.2010

La circolare con il tetto del 30% per gli alunni stranieri per classe, che aveva portato dibattiti, dichiarazioni e allarme razzismo, non è un "atto regolamentare dello Stato", ma solamente una indicazione interna per i dirigenti scolastici che, sulla base dell’autonomia, possono o meno applicarla.

L’Avvocatura dello Stato ha spiegato, durante un ricorso al Tribunale di Milano, che non si tratta di un "documento con efficacia normativa esterna", ma di una indicazione ai dirigenti scolastici nel momento di formare le classi. La chiarificazione spunta dopo un ricorso al Tar contro il provvedimento della Gelmini che stabilisce un tetto massimo del 30% di alunni extracomunitari per classe di una singola scuola. Nel ricorso è stato chiesto ai giudici di imporre allo Stato di accettare le iscrizione di tutti gli alunni stranieri, senza differenza con gli italiani, e di dichiarare discriminatorio il comportamento del Miur perché appunto non riconosce la parità costituzionale tra bambini alla istruzione. E di fronte a tanta fermezza, i legali del Miur hanno precisato che «il documento non ha un’efficacia normativa generale ed esterna e quindi non può essere considerato atto regolamentare».

Si sgonfia quindi un altro annuncio della ministra Gelmini con cui era sembrato si volesse relegare un problema importante, quale il diritto alla istruzione, a semplice questione numerica, non considerando i disagi e le difficoltà che avrebbero incontrato i ragazzi e le famiglie non italiane nel momento della applicazione della circolare. Invece di evitare la formazione di quartieri ghetto, dove i migranti si rifugiano, spremuti magari con pigioni esose, si era scelta la via più breve, quella di trasportare gli alunni extracomunitari in altre scuole, scordando di dire come e in quali condizioni: con pulmini, a piedi, mezzi propri; o addirittura in altri comuni se quel corso di studio non era presente nelle più immediate vicinanza; o ancora chi avrebbe accertato le loro competenze linguistiche e con quali metodi. Fa comunque riflettere l’assoluto silenzio del Miur che ha sbandierato la trovata del tetto del 30% su tutti gli organi di informazione, dandone amplissimo rilievo, ora che si è dimostrato un ulteriore bluff non si sentono squilli da nessun quartiere, comprese le brume padane frequentate dal Carroccio.