C'è speranza se questo accade ad Adro Dedalus, da ScuolaOggi 16.4.2010 Continua a far discutere il gesto dell’imprenditore di Adro che si è recato in comune per pagare la mensa ai bambini delle famiglie insolventi. E soprattutto fanno discutere i contenuti della sua lettera che Scuolaoggi ha riportato per intero. Su una questione come questa, apparentemente marginale, si misurano infatti differenti visioni del mondo e della società. In un certo senso affiora alla luce un piccolo scontro di civiltà. Emblematica da un lato è la posizione di chi, come il direttore di Libero Maurizio Belpietro, ritiene che il problema non sia razziale ma solo "reddituale". Belpietro dedica al caso di Adro un suo editoriale (ieri 15 aprile) ironizzando sui "razzisti immaginari che fanno indigestione alla mensa dei bambini" in polemica con i colleghi giornalisti che "seduti comodi alla loro scrivania commentano fatti che appena conoscono, emettendo sentenze di razzismo e intolleranza contro un’intera comunità, la quale non ha alcuna colpa, se non quella di pretendere il rispetto delle regole". Perché esclusivamente di questo si tratterebbe, del rispetto delle regole." Semplicemente la gente del posto non ci sta a farsi prendere per il naso: se c’è un servizio a pagamento, è giusto che tutti paghino" scrive sempre Belpietro. Naturalmente nessun accenno alla lettera dell’imprenditore ed alle sue motivazioni di fondo. Ben altra attenzione e sensibilità – sempre per rimanere nel campo del centrodestra – ha Il Secolo d’Italia, quotidiano di area finiana, che riserva al caso ben due pagine (edizione di ieri). Il gesto dell’imprenditore secondo il Secolo parla ad una comunità ben più ampia di quella del piccolo paese di Adro "Quella comunità nazionale che, anche per colpa dei toni propagandistici di certa politica, va perdendo pezzi della sua anima e della sua storia e va dimenticando quel "rispetto per la persona" che l’imprenditore mette al primo posto tra i suoi "valori fondamentali". In altre parole viene qui ripreso con chiarezza il tema della solidarietà. Da riportare inoltre il fatto, anch’esso significativo, che ieri davanti alla scuola di Adro Aziza Houas, una mamma extracomunitaria, ha letto un messaggio di ringraziamento indirizzato al benefattore: "Siamo orgogliosi di lei e di tutti gli adrensi che ci rispettano." Ma a far luce, se ancora ve ne fosse bisogno, sulle ragioni del gesto compiuto è lo stesso imprenditore di Adro, per la cronaca un ex insegnante ora proprietario di un’azienda di software informatico, Silvano Lancini (ironia della sorte stesso cognome del sindaco leghista di Adro). Citiamo solo alcuni passaggi, eloquenti, dell’intervista rilasciata al Corriere della sera di oggi. Alla domanda "Cosa voleva ottenere con il suo assegno consegnato alla responsabile del servizio mensa?" risponde: "Primo: non sono andato a pagare per quei genitori che fanno i furbi. Secondo: ho dato il mio contributo per garantire la continuità del servizio. Terzo: ho pensato che il giorno prima di morire quando farò l’inventario degli errori commessi non ci deve essere niente di cui debba vergognarmi". E all’osservazione secondo cui i Comuni oggi sono in difficoltà nel garantire certi servizi e quindi il sindaco non ha tutti i torti nel voler far rispettare i pagamenti controbatte: "Lo capisco, ma a certi estremi non si dovrebbe mai arrivare. Si potevano tagliare altre spese, differenziare le rette in base ai redditi. Io ho messo una pezza, lo sentivo come dovere civico. Adesso andate avanti voi, dico: a cercare di far pagare i furbi, senza togliere il piatto dei bambini (…) E’ giusto che chi paga regolarmente non paghi anche per gli altri. Ma il Comune non deve dimenticare il principio della solidarietà." Non abbiamo altro da aggiungere a queste parole. Se non osservare che ancora una volta sull’idea di solidarietà e sulle questioni relative ai "valori" si misurano concezioni diverse. Talvolta in controtendenza, per fortuna, rispetto alla visione del mondo berlusconiana e leghista. Parafrasando il titolo di un famoso libro di Mario Lodi, c’è speranza se questo accade ad Adro. |