INDAGINE ISAE
Il 68% dei genitori italiani La Stampa, 21.4.2010
ROMA I risultati dello studio mostrano che il criterio più importante per la scelta della scuola è la qualità dei professori (55%) seguito dalla varietà dei corsi (30%). E per chi ha figli in età scolare la qualità degli insegnanti assume maggiore rilievo (68%). Gli italiani perciò vorrebbero avere accesso ai dati sulla preparazione dei docenti (39%). Ma non solo. Anche i dati sul rendimento degli studenti vengono ritenuti un elemento fondamentale (di più al crescere del titolo di studio del genitore) per decidere dove iscrivere i propri figli. Per avere informazioni sulla scuola, la fonte principale secondo i dati Isae, sono gli altri genitori (52%) seguiti da amici e colleghi (35%), dagli insegnanti (24%) e dal materiale pubblicato dalle scuole (17,5%). E in questa sorta di indagine il contesto socio-economico delle famiglie fa la differenza: i genitori più istruiti, infatti, attribuiscono maggiore importanza alle informazioni provenienti da altri genitori o network di loro pari, chi, invece, non ha un titolo di scuola superiore si rivolge di più agli insegnanti del precedente ciclo di studi per avere un consiglio. Un sistema scolastico non trasparente «è non solo paternalistico, ma anche - sostengono i ricercatori - gravemente inefficace, come dimostrato dalla performance mediocre degli studenti italiani nei test standardizzati». Secondo i dati Pisa 2006 gli studenti italiani risultano essere indietro di oltre due anni scolastici rispetto alle conoscenze dei finlandesi (i migliori nel gruppo Ocse) e di quasi due terzi di anno rispetto alla media Ocse. In Italia l’Invalsi da alcuni anni sottopone gli alunni a test standardizzati in italiano e matematica e, «a regime, queste verifiche - osserva l’Isae - permetteranno di valutare le conoscenze degli studenti in entrata e in uscita da ogni ciclo scolastico per misurare il valore aggiunto di ciascuna scuola, ossia quanto gli input scolastici si traducano in un incremento nelle conoscenze degli studenti». Il punto - sostiene l’Isae - è i dati sulle performance devono però essere condivisi con il pubblico. Le informazioni sulla preparazione degli insegnanti e sui risultati dei test - suggerisce - dovrebbero essere pubblicate prima della scadenza dei termini per l’iscrizione e in formati (internet, cartaceo, via telefono cellulare) adatti per raggiungere una popolazione eterogenea e con diversi livelli di istruzione. «La trasparenza è un obiettivo accessibile che, a fronte di un investimento modesto, contribuirebbe significativamente - conclude l’Istituto - alla modernizzazione e al miglioramento del sistema scolastico italiano». |