La Gelmini è diventata mamma In Tribunale a Milano il ministero ha sostenuto che il 30% è "solo indicativo" Elisabetta Reguitti Il Salvagente, 11.4.2010 Da ieri la Gelmini è diventata mamma. La neonata si chiama Emma e il nome era stato già scelto prima del parto per la primogenita del ministro. Ma 24 ore prima, in tribunale a Milano,la neo-mamma si è trovata contro due signore che mamme lo sono già da tempo.
Si è svolta,
infatti, l’udienza per il primo ricorso al famigerato tetto del 30%
di stranieri per classe. Al tribunale di Milano si sono ritrovati da
una parte le due mamme (di nazionalità egiziana e rumena) che
insieme all’Asgi e l’Onlus Avvocati per niente hanno presentato il
ricorso al Ministero dell’ Istruzione. Ma c'è anche un'altra sorpresa: passate le elezioni, sembra proprio che l’annuncio fatto dal ministro Mariastella Gelmini si sia trasformato in una semplice indicazione interna.
O meglio: “il
limite previsto che entrerà in vigore in modo graduale e favorirà
l'integrazione” viene ridimensionato come “documento che non ha
un’efficacia normativa generale ed esterna, non può essere
considerato atto regolamentare”. Sembra insomma che l’avvocatura di Stato abbia sostenuto che si trattava solo di indicazioni per gli istituti ma che nessun bambino sarebbe stato obbligato a spostarsi da una scuola all’altra in quanto straniero. In effetti già la circolare prevedeva che:”per l’ iscrizioni di alunni stranieri si dovranno realizzare accordi di rete tra le scuole e gli Enti locali”.
Ma allora che fine
fa il tetto del 30 per cento?
Ma andiamo per
ordine e cerchiamo di capire cosa prevede questa che sembra essere
stata una vera e propria bufala mediatica pre-elettorale con
l’aggravante che l’ oggetto è l’ accesso all’ istruzione pubblica.
Gli uffici scolastici regionali, di intesa con gli Enti
territoriali, comunque, potranno autonomamente definire quanti
bambini stranieri per classe si potranno iscrivere alle scuole della
propria zona di competenza. Il limite del 30% potrà essere innalzato, dall’ ufficio scolastico, a fronte della presenza di alunni stranieri (come può frequentemente accadere nel caso di quelli nati in Italia) già in possesso delle adeguate competenze linguistiche. Ma se l’ufficio scolastico non autorizza dove va l’alunno straniero “eccedente”?
Insomma questo rischia di essere
un autentico enigma da sciogliere.
Circolari - dette anche indicazioni interne - che più che aiutare hanno creato un gran scompiglio tra gli stessi dirigenti scolastici e a tutto ciò va aggiunto anche il fatto che nelle “indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana” il ministero prevede di “assegnare risorse finanziarie ad hoc alle scuole per l'inserimento di bambini stranieri e ulteriori finanziamenti saranno previsti per le scuole dei territori con alta presenza di cittadini stranieri”. Un’ ottima notizia ma che purtroppo agli insegnanti abituati a dover combattere con i tagli quotidiani suona piuttosto come un ulteriore inutile annuncio solo di natura politica. La vicenda prosegue: l’ 11 maggio il dirigente dell’ufficio scolastico regionale lombardo dovrà spiegare al Giudice cosa sta effettivamente accadendo nelle scuole. |