IL CASO
Disabile vessato, il giudice di Milano:
Le motivazioni della sentenza di condanna di
tre dirigenti di Google: Il Corriere della Sera, 12.4.2010
MILANO - Non può esistere «la
"sconfinata" prateria di Internet dove tutto è permesso e niente può
essere vietato». A spiegarlo è il giudice di Milano, Oscar Magi,
nelle motivazioni della sentenza con cui
il 24 febbraio scorso ha condannato tre dirigenti di Google, per
violazione della privacy, in relazione ad un filmato che
riprendeva un minore disabile vessato dai compagni in una scuola di
Torino. Il filmato venne caricato nel maggio del 2006 e fu uno dei
più cliccati della rete. Nelle 111 pagine di motivazioni, il giudice
spiega ora che «esistono leggi che codificano comportamenti e che
creano degli obblighi; obblighi che, ove non rispettati, conducono
al riconoscimento di una penale responsabilità». Dunque, per il
giudice monocratico della quarta sezione penale, «non esiste» la
«sconfinata prateria di Internet (...) pena la scomunica mondiale
del popolo del web».
«In particolare - si legge nelle
motivazioni della sentenza - deve ritenersi che il reato in
questione sia stato commesso sicuramente anche all'estero. Non vi è
dubbio che perlomeno parte del trattamento dei dati immessi a Torino
sia avvenuto fuori dall'Italia in particolare negli Usa, luogo dove
hanno indubitabilmente sede i server (cioè le macchine che trattano
e immagazzinano i dati) di proprietà di Google Inc». |