Scuola & politica/4.
Il modello federalista di Formigoni

da TuttoscuolaNews N. 436, 19.4.2010

I timori dei finiani non sembrano destinati ad essere placati da quanto sta maturando in Lombardia, dove il presidente Formigoni, eletto per la quarta volta consecutiva alla guida della Regione, ha chiesto al ministro Gelmini di poter sperimentare un “nuovo modello” di federalismo scolastico, come lo ha definito nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera di sabato 17 aprile 2010.

“Sono stufo di vedere la scuola italiana agli ultimi posti in Europa. Sono stufo di vedere i professori depressi a causa di un sistema che non garantisce la qualità”, ha scandito Formigoni.

Il nuovo modello proposto dal governatore lombardo è fondato su due principi: reclutamento diretto dei docenti da parte delle scuole, sulla base di albi regionali, e completa parità tra istituti statali e privati paritari potenziando la “dote scuola”, in favore delle famiglie che scelgono i secondi, in forma di buono studio (voucher).

Alla domanda del giornalista, Maurizio Giannattasio, se questa proposta sia finalizzata a spiazzare o anticipare la Lega, Formigoni risponde così: “La definirei una proposta formigoniana-pidiellina-leghista in profonda sintonia con il programma del governo e della coalizione”.

Una risposta che sembra fatta apposta per dare corpo ai fantasmi finiani di uno spostamento del baricentro della maggioranza dall’asse Forza Italia-AN, centrato sul rapporto privilegiato tra i due cofondatori del Pdl Berlusconi e Fini, a un nuovo asse formato da un Pdl egemonizzato da Berlusconi e dalla Lega di Umberto Bossi.

È vero che Formigoni si accontenterebbe, almeno per il momento, di una sperimentazione in un nucleo limitato di scuole, e che agli albi regionali potrebbero iscriversi anche insegnanti non residenti in Lombardia (però con l’impegno ad accettare l’incarico per almeno 5 anni), ma il laboratorio Lombardia, che già si è mosso in una direzione analoga nel settore della Sanità, potrebbe diventare la sede in cui si fanno le prove generali di quello che potrebbe essere domani il federalismo scolastico.