Graduatorie regionali:
il giudizio di politici, genitori, sindacati e precari

da Tuttoscuola, 21.4.2010

L'intenzione del ministro Gelmini di riformare dal 2011 le graduatorie regionali dei docenti con criteri diversi da quelli attuali ha suscitato, come era prevedibile, reazioni di segno diverso da parte del mondo politico, scolastico e sindacale.

Va premesso che attualmente le graduatorie dei docenti non sono regionali ma provinciali, ma il fuoco della questione non è il livello territoriale bensì i criteri e le modalità per accedere alle nuove graduatorie (residenza, supervalutazione del servizio prestazione in loco, continuità didattica, ecc.).

A livello politico, come era prevedibile, da una parte il PD, per voce dell'on. Ghizzoni, critica il ministro per il suo appiattimento sulle pretese della Lega che vorrebbe circoscrivere le graduatorie ai docenti residenti, mentre, dall'altra, l'on. Cota della Lega, neo-presidente della regione Piemonte, plaude al progetto del ministro, perché coincide con la proposta di legge presentata alla Camera proprio dallo stesso Cota.

In ambito sindacale complessivamente vi è contrarietà al progetto con alcuni distinguo dello Snals (no al blocco delle attuali graduatorie) e della Gilda (l'accesso alle graduatorie va consentito a tutti).

Tutti i sindacati chiedono, prioritariamente, la stabilizzazione degli organici come principale intervento per assicurare anche la continuità didattica.

Fortemente preoccupato l'Anief che teme la cancellazione delle attuali graduatorie di 400 mila precari. Il Cip (Comitato insegnanti precari) teme la costituzione di graduatorie non più imperniate su competenze ed esperienze ma sulle provenienze, non più sullo spessore culturale ma sulla ristrettezza e la pochezza dell'identità regionale.

Più possibilisti, invece, rispetto al progetto ministeriale, si sono dette le associazioni dei genitori (A.Ge. in particolare) perché le graduatorie regionali potrebbero favorire la continuità didattica e mettendo, finalmente gli alunni al centro del progetto pedagogico.

Sulla proposta del ministro Gelmini i rappresentanti delle famiglie degli studenti auspicano una norma non troppo rigida e comunque non penalizzante per gli insegnanti provenienti da fuori regione.