Il provvedimento deciso dal sindaco di Adro, in provincia di Brescia

Mensa a scuola, fuori i bambini
delle famiglie che non pagano

La retta è di 50 euro e molte famiglie non ce la fanno a pagare.
Il provvedimento congelato fino a venerdì

 Il Corriere della Sera, 7.4.2010

ROMA - Due settimane fa è accaduto a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, ora è la volta di un’altra scuola elementare, situata ad Adro, in provincia di Brescia: entrambi i comuni, a maggioranza leghista, hanno deciso di non tollerare più la morosità delle famiglie che non pagano le rette per i pasti consumati dai figli a scuola. Non pagate le rette? Venite a prendere i vostri figli a scuola durante la pausa pranzo, perchè per loro il servizio mensa è precluso. Succede ad Adro, piccolo centro in Franciacorta (Brescia) dove il Comune, a guida leghista, ha lanciato un ultimatum a una quarantina di genitori morosi i cui bambini frequentano l'istituto omnicomprensivo (asilo, elementari e medie) del paese sospenendo il servizio refettorio. Se in Veneto due settimane fa la giunta ha però fornito loro almeno un panino con dell’acqua, la modalità prescelta dal sindaco di Adro è ancora più pesante: gli alunni non a posto con i pagamenti della mensa non potranno accedervi.
Fino a venerdì prossimo il provvedimento è stato però congelato dal preside dell'istituto omnicomprensivo della Franciacorta.

RETTA DI 50 EURO AL MESE - Ma la decisione del Comune resta. «Il pagamento della mensa - ha spiegato una mamma musulmana che ha due alunni frequentanti l’istituto - è di oltre 50 euro al mese: per noi è una cifra altissima, che non riusciamo assolutamente a fronteggiare». L’esclusione dei bambini dalla mensa coinvolge non solo figli iscritti alla scuola dell’obbligo di origine straniera, ma anche appartenenti a famiglie italiane in difficoltà. In una lettera inviata al sindaco leghista di Adro, Oscar Lancini, e al dirigente scolastico dell’istituto lombardo, la mamma di una bambina esclusa dalla mensa sostiene di aver «pagato le rette di febbraio e marzo con un leggero ritardo. Quand’anche il Comune fosse sull’orlo della bancarotta - continua la signora - mi sarei aspettata più attenzione, prudenza e rispetto prima di umiliare una bambina di 10 anni davanti ai suoi insegnanti e ai suoi compagni». In effetti, norme alla mano, la decisione presa dal sindaco di Adro sembrerebbe anche non rispettare l’obbligo di frequenza del tempo mensa previsto dall’art. 1 della legge n. 176 del 2007. «Siccome sono una madre di famiglia che lavora, separata con tre figli, forse - incalza polemicamente la mamma dell’alunno escluso - potrebbe ancora accadere in futuro che saldi la tariffa oltre la scadenza fissata per mancanza di tempo. In tal caso vorrei essere avvertita per posta della minacciata espulsione di mia figlia dalla mensa scolastica. Naturalmente - conclude - sono disponibile a rifondere il Comune del costo del francobollo».

IL SINDACO: «E' STATA LA RIVOLTA DEGLI ITALIANI» - «È stata la rivolta degli italiani». Con queste parole il sindaco leghista di Adro (Brescia) Oscar Lancini, ha spiegato in serata perché si è arrivati a una sorta di «tolleranza zero» contro la morosità nel pagamento delle rette della mensa scolastica gestita da un'associazione di genitori. « Mi chiedevano - continua - perché dobbiamo essere solo noi italiani a pagare la mensa? La crisi esiste per tutti». Il sindaco è però convinto che «la linea dura paghi» perché « il numero delle famiglie in ritardo con i pagamenti è calato da 42 a 26 nelle ultime ore». Ha dato infine la disponibilità ad «utilizzare auto dei servizi sociali del comune alle famiglie che non vogliono lasciare i bambini a scuola durante l'orario del pranzo». Il preside dell'istituto, Gianluigi Cadei ha, in merito, fatto presente che «se il comune intende mettere a disposizione un tale servizio, bisogna prima dare un preavviso ai genitori». E ha infine annunciato che «se non sarà trovata una soluzione, i bambini entreranno tutti ancora in mensa com'è successo oggi».