La Lega alla prova
del federalismo solidale

da Tuttoscuola, 7.4.2010

Così il localismo, incanalato nelle tante amministrazioni locali a guida leghista, perderebbe le sue caratteristiche originarie anti-istituzionali per diventare risposta decentrata, territoriale e comunitaria - cioè più marcatamente tradizionalista e identitaria - alle ansie prodotte dalla globalizzazione dei mercati e dalla crisi degli anonimi e inefficienti apparati burocratici. In questa chiave si potrebbero (ri)leggere le proposte leghiste sul "tetto" di alunni stranieri in classe, sui concorsi regionali e/o sul freno alla mobilità degli insegnanti, e la recente richiesta di assegnare ai Comuni, togliendola agli insegnanti, la scelta del nome delle scuole.

La Lega movimentista e secessionista (almeno a parole) delle origini aveva rivendicato l'adozione di un modello di federalismo forte, di tipo tedesco o spagnolo (il modello preferito era quello della Catalogna: bilinguismo, alcune materie scolastiche insegnate in catalano, TV e giornali catalani ecc.); quella di governo nella legislatura 2001-2006 aveva chiesto e ottenuto la "devolution" alle Regioni delle competenze in materia scolastica (oltre che sanitaria e di pubblica sicurezza locale), poi non confermata dal referendum. La Lega uscita dalle elezioni regionali sembra avviata ad agire all'interno delle regole attuali, senza forzature che ne guasterebbero l'immagine di forza stabilizzatrice e neo-moderata.

Certo, la cartina al tornasole della nuova sensibilità istituzionale della Lega sarà costituita dalle modalità di applicazione del "federalismo fiscale", e più precisamente da quanto le Regioni del Nord ricco e produttivo si renderanno disponibili a politiche di sostegno di quelle meno favorite. Il risvolto scolastico di questo problema sarà costituito dalla interpretazione che sarà data della nozione di "livelli essenziali di prestazione" (LEP) e - anche in questo caso - dal sostegno che la Lega darà alle politiche di lotta ai tanti divari che rendono la scuola italiana particolarmente iniqua, oltre che inefficiente, soprattutto a discapito delle Regioni del Sud.