il caso
Maturità, spunta la doppia tassa
Le scuole: «Costrette dai conti»
Sei istituti chiedono una cifra extra che arriva
anche a 55 euro
Paola Benedetta Manca
Il Corriere di
Bologna, 10.4.2010
Esame di maturità? Sì ma solo a pagamento. Le scuole arrancano
tartassate dalle ristrettezze economiche e molte, per prendere una
boccata d’ossigeno, si sono inventate una nuova soluzione: una
doppia tassa di iscrizione all’esame di maturità. Succede anche a
Bologna e provincia dove, oltre al versamento obbligatorio di 12,09
euro da far pervenire all’Agenzia delle Entrate, diversi istituti
impongono agli studenti una seconda imposta che parte dai 10 euro e
può arrivare oltre i 50.
IL CONTRIBUTO - In teoria
dovrebbe essere un «contributo volontario» per le spese che le
scuole sostengono per gli esami (fotocopie, carta, materiali) ma a
Bologna solo il Liceo Fermi lo specifica. In ogni caso, fra i
documenti riepilogativi necessari da allegare all’iscrizione, è
elencato anche il secondo bollettino da 30 euro. «La scuola è sempre
più in difficoltà, non ha fondi — spiega la dirigente scolastica del
Fermi, Elviana Amati — in quei 30 euro che chiediamo è compreso un
contributo a vari progetti post diploma. Se gli alunni non lo pagano
non vengono discriminati ma nel caso le spese devono sostenerle per
loro gli altri studenti».
TASSA - In molti altri istituti,
invece, sul modulo della domanda di iscrizione all’esame, il
contributo viene chiamato tassa scolastica. È il caso dell’Istituto
Alberghiero Scappi di Castel San Pietro, che chiede 55 euro. La
cifra del contributo è variabile e a totale discrezione degli
istituti. Così, le Laura Bassi, dicono dalla segreteria, vogliono 48
euro, mentre l’Itc Crescenzi-Pacinotti si limita a reclamare 20
euro. L’Itis Alberghetti di Imola chiede agli alunni, oltre ai 12,09
euro canonici, altri 16 euro e nella circolare che lo comunica li
definisce «tassa d’esame» e specifica, sottolineandolo, che devono
«essere versati da tutti gli allievi indistintamente». Il meno esoso
parrebbe il Liceo Artistico Arcangeli di Bologna: 10 euro
aggiuntivi. Sulla circolare scolastica, in realtà, si parla di 50
euro e di tassa scolastica, non di contributo volontario per gli
esami di Stato, ma il preside, Vittorio Biagino, informa che si
tratta di un errore. «Quella cifra si riferisce alla tassa per i
privatisti — dice — che comunque non è di 50 ma di 100 euro». «In
ogni caso — aggiunge — i nostri esami sono molto costosi perché
comprendono l’acquisto di materiali artistici, di nuovi software e
l’affitto di una modella per il disegno dal vero. Con i fondi della
scuola non si riesce più a comprare niente e il Governo ci deve
600.000 euro».
PROVVEDITORE - L’Ufficio
scolastico regionale, informato del fatto che molte scuole chiedono
una doppia tassa di maturità senza specificare che è un contributo
volontario, cade dalle nuvole. Il dirigente Marcello Limina che,
dicono dall’ufficio stampa, ne era totalmente all’oscuro per ora non
si pronuncia. Giorni fa il Ministro della Pubblica Istruzione,
Mariastella Gelmini aveva dichiarato che le scuole chiedono
contributi alle famiglie con troppa leggerezza. «È molto scorretto
che alcuni istituti domandino un’altra tassa per poter sostenere
l’esame e non specifichino che è un contributo volontario — dice
Domenico Altamura, preside del Liceo Righi — ma è anche vero che le
scuole non sanno più dove prendere i soldi». E E prosegue: «Il
governo ha un debito con il mio liceo di 360.000 euro ma i
contributi le scuole dovrebbero chiederli ad inizio anno e non come
condizione per dare l’esame di Stato, anche perché la tassa si paga
a novembre, se poi un alunno non viene ammesso versa la cifra
inutilmente».