Torna la divisa a scuola In auge la vecchia proposta Gelmini La Stampa, 13.4.2010
ROMA «Il figlio dell’industriale e il figlio dell’operaio indossano lo stesso vestito prescritto dalla scuola - si legge nel documento dell’istituto comprensivo di San Fior in cui si presenta l’iniziativa - E per lo meno a scuola non si assisterebbe più alla competizione fra alunni che hanno la maglietta griffata e i compagni che portano i vestiti dalla bancarelle. Non va sottovalutato che spesso i nostri ragazzi, stereotipati dai modelli dei media riproponendo scollature e ombelico in vista, reiterano uno stile tutt’altro che sobrio e consono all’ambiente educativo». «Gli scopi principali della divisa sono di rafforzare il senso di appartenenza a un gruppo e livellare la condizione sociale degli studenti - si aggiunge nel documento della scuola - La divisa fornisce una forma di uguaglianza durante l’attività scolastica sia tra studenti sia nei confronti degli insegnanti, talvolta i primi a discriminare di fronte all’apparenza». Le divise sono acquistate con un contributo di 4 mila euro della Banca della Marca e con parte dei soldi che i genitori hanno versato a inizio anno. La scuola fornisce una felpa e una polo a ogni studente, i necessari ricambi costano alle famiglie 12 euro per ciascuna felpa, da 6 a 7 euro per la polo. Non ci sono negozi convenzionati, è lo stesso istituto comprensivo a dare i vestiti. A settembre era stata la scuola media “Centro Storico” di Pordenone a scegliere la divisa per i 400 studenti - una felpa blu, con logo colorato della scuola disegnato sul dorso, e due polo, rigorosamente bianche, una a manica corta e una lunga. Anche qui le divise sono state acquistate con i soldi delle famiglie col contributo di uno sponsor. A rilanciare “il grembiule” fu lo stesso ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, nel luglio del 2008, approvando l’iniziativa che di alcuni presidi - la competenza per la reintroduzione della divisa è in capo ai dirigenti scolastici. «Il ritorno alla divisa – spiegò allora in occasione della sua visita all’Istituto di scienze umane di Firenze il 23 luglio - rappresenta un fatto positivo: è un elemento di ordine, disciplina, decoro, che suscita un senso di appartenenza verso l’istituto. La corsa alle griffe comincia molto presto, ed il grembiule costituisce un elemento di uguaglianza». Una proposta approvata dallo stesso premier Silvio Berlusconi così come la reintroduzione del voto in condotta in nome di una “maggiore compostezza”. E per confezionare le divise il ministro lanciò l’idea di farle disegnare dai ragazzi delle scuole di design e farli realizzare dalla Cooperativa Alice delle detenute di San Vittore, a Milano. Proposta subito dopo accolta a Segrate, nell’istituto comprensivo statale A. Schweitzer, dove all’inaugurazione dell’anno scolastico 2008-2009 la Gelmini fu accolta da 42 bambini di una delle prime elementari in divisa rossa e blu, confezionate dalle detenute. Menu entusiasti gli studenti che nell’autunno caldo dell’Onda lanciarono nei cortei le “grembiuline”, studentesse ironicamente vestite con la divisa scolastica a simbolo della contestata riforma Gelmini. |